Giustizia, altro siluro sulla maggioranza Di Maio ai suoi: salta tutto

La Bongiorno contro la prescrizione lunga Il vicepremier: Salvini vuol staccare la spina

Giustizia, altro siluro sulla maggioranza Di Maio ai suoi: salta tutto

«U na bomba atomica sui processi»: non usa eufemismi, la ministra neo-leghista Giulia Bongiorno, per sbarrare la strada all'ultimo attacco contro lo Stato di diritto del M5s, l'abolizione della prescrizione. E lo scontro nella maggioranza sale rapidamente di toni, con il ministro della Giustizia Bonafede che addirittura minaccia reazione popolari se la Lega provasse a fermarlo: «La bomba atomica che rischia di esplodere è la rabbia dei cittadini», è l'avvertimento.

Dall'abolizione della prescrizione al linciaggio di piazza il passo sembra dunque breve, nel fosco immaginario pentastellato. «Parole e toni preoccupanti», denuncia da Forza Italia la capogruppo Mariastella Gelmini.

Il niet della Lega, per ora, sembra assai fermo, e non riguarda solo la prescrizione: il capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia, Igor Iezzi, boccia anche un altro capitolo del cosiddetto decreto anticorruzione: quella sul finanziamento a partiti e fondazioni, attacca, è «una norma controproducente, che di fatto rende impossibile il finanziamento lecito», non si possono «trattare i partiti come cosche mafiose». E conclude: così il testo non passa.

A Sky le parole della Bongiorno, avvocato di fama (a differenza di Bonafede) sulla abolizione della prescrizione, poi, sono chiarissime: «Sono molto preoccupata, perché bloccherebbe il sistema. Fermare la prescrizione dopo il primo grado significa mettere una bomba atomica nel processo penale. Non ci sarebbero più Appello e Cassazione. Questa cosa non posso accettarla: non si può tenere un imputato ostaggio per sempre». Se non bastasse il fronte giustizia e quello, sempre rovente, Grandi Opere, tra Lega e M5s è scontro ormai aperto anche sulla manovra. Il reddito di cittadinanza (ancora tutto da definire, sottolineano i leghisti) appare sempre più indigesto per il Carroccio: «Così come viene presentato crea una frattura tra Nord e Sud», attacca il sottosegretario Siri. «Ho proposto che la dotazione anziché andare direttamente ai vari beneficiari vada alle imprese che si facciano carico di formarli». E nei Cinque Stelle cresce la rabbia per i continui stop-and-go imposti dal partito di Salvini: «La Lega - dice all'Adnkronos un anonimo dirigente - ha deciso deliberatamente di alzare tiro: l'obiettivo è indebolire Di Maio». L'operazione non è poi così difficile, e lo stesso Gigino Di Maio nutre i più cupi sospetti: «Temo che Salvini voglia far saltare il governo e andare al voto col centrodestra. E vuole usare come pretesto il Reddito di cittadinanza, così noi non avremo la nostra bandiera elettorale», avrebbe confidato allarmatissimo ai suoi.. Mentre i presunti «dissidenti» grillini lo bersagliano per le confidenze regalate a Bruno Vespa nel suo ultimo libro («Avevamo promesso mai da Vespa», gli ricorda Paola Nugnes) e assediato anche dagli azionisti bancari che pretendono di essere risarciti: «L'avevate promesso e ve lo siete rimangiato», lo accusano. «Esiste un contratto.

E va rispettato da entrambe le parti - fa sapere alla Lega - Se qualche membro del governo non crede in quello che stiamo facendo, allora è un rischio per i cittadini prima di tutto». E le rassicurazioni di Salvini suonano un po' surreali: «Nessuna polemica, avanti uniti per il cambiamento».

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