I l legame tra l'Università Link Campus e il M5s, su cui molto si è discusso e ipotizzato da più di un anno a questa parte, viene spiegato molto semplicemente dagli stessi dirigenti del piccolo ateneo romano. Quasi a smontare ogni pettegolezzo, con dichiarazioni all'insegna del ridimensionamento dei rapporti: «Semplicemente siamo stati i primi a intercettare certi temi e a discuterne, dall'antipolitica al reddito di cittadinanza - ha detto martedì a Fanpage il membro del Cda della fondazione dell'università Massimo Micucci - per questo motivo poi durante la scorsa legislatura diversi parlamentari del Movimento sono venuti a frequentare da noi dei corsi di perfezionamento, il legame nasce così».
Uno di questi frequentatori dei corsi della Link è stato l'attuale sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo, già presente nella squadra gialloverde e riconfermato nel Conte-bis. Nella scorsa legislatura Tofalo era membro del Copasir. A parlarne, in un'intervista al sito Lettera43 pubblicata il 27 marzo dell'anno scorso, è il fondatore dell'ateneo, Vincenzo Scotti, ex dirigente della Dc e ministro con tre diversi presidenti del Consiglio: Giovanni Spadolini, Giulio Andreotti e Giuliano Amato. Soprannominato «Tarzan» per la sua abilità nel districarsi tra le correnti della Balena Bianca, ha spiegato così la genesi delle relazioni con i grillini: «Il primo contatto è stato con il deputato Tofalo del Copasir che alcuni anni fa si è iscritto a un nostro master in intelligence. Non ha mancato a una lezione, ha avuto ottimi voti». Dalla vicedirezione del master della Link in Intelligence e Security proviene Elisabetta Trenta, ministro della Difesa uscente in quota 5 Stelle. Attualmente la Trenta non figura nell'elenco dei docenti, ma ha avuto diverse esperienze nell'università, a partire dal maggio 2015. Ha ideato e coordinato un corso di euro-progettazione, è stata docente in più di un master e responsabile dei progetti speciali.
Trenta, poco prima delle ultime elezioni politiche, era stata inserita dal capo politico M5s Luigi Di Maio nella lista dei 17 ministri di un ipotetico monocolore pentastellato. Insieme a lei c'erano Emanuela Del Re, confermata nel nuovo governo come viceministro degli Esteri e Paola Giannetakis, che era stata indicata a marzo 2018 come ministro dell'Interno. Del Re di recente ha precisato di non far parte del corpo docente dell'Università Link, e nella versione sintetica del curriculum pubblicata sul sito della Farnesina non c'è traccia dell'ateneo fondato da Scotti. In un cv dettagliato reperibile sul sito dell'Università La Sapienza di Roma, dove ha insegnato per molto tempo, c'è scritto che nel 2015 è stata docente di «Decision Making» nel master «Innovation and Technology. Innovation and Finance», presso la Link Campus University. Molto più stretti sono i rapporti tra la Link e Giannetakis, che è stata anche candidata dal M5s alle politiche del 2018 alla Camera in un collegio uninominale a Perugia, senza essere eletta. Di professione criminologa, nell'ateneo è professore straordinario in Diritto Penale e direttore del Dipartimento per la Ricerca. Il 4 marzo di un anno fa non è stato eletto un altro ex collaboratore della Link, l'avvocato romano Daniele Piva, candidato all'uninominale alla Camera, docente nel 2016 e 2017 al master in business administration.
Nicola Ferrigni, professore associato di sociologia generale alla Link, è anche lui una seconda fila del grillismo. Era stato scelto, sempre nel marzo 2018, dalla candidata governatore del Lazio Roberta Lombardi come futuro assessore alla Sicurezza, con deleghe allo sport e alle politiche giovanili, in una ipotetica giunta monocolore stellata.
Poi una curiosità: Il 6 febbraio 2018 Luigi Di Maio è stato ospite dell'università a parlare di politica estera, in una sorta di antipasto di quello che ora è il suo ruolo di capo della Farnesina.E oltre al grillismo, c'è il trasversalismo. Nell'elenco dei docenti ci sono personalità di diversa estrazione politica, da Giulio Tremonti e Franco Frattini fino a Massimo D'Alema.
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