
Una soluzione in due tempi. Prima l'ampliamento della platea esclusa dallo scatto a 67 anni e poi - a babbo morto - una ridiscussione del meccanismo che lega l'età pensionabile all'aspettativa di vita. È questo il punto di caduta più probabile del confronto sulle pensioni. La trattativa avviene su due tavoli, quello politico e quello sindacale. Ieri c'è stato il primo incontro tecnico tra il rappresentate di Palazzo Chigi Marco Leonardi e i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil che non ha portato a niente di concreto.
I sindacalisti si spettavano una lista de lavoratori ai quali sarà risparmiato l'aumento dell'età pensionabile a 67 anni a partire dal 2019, ma il governo ha preso tempo. La Ragioneria generale dello Stato sta facendo ancora i calcoli.
Già oggi l'esecutivo potrebbe presentare delle novità. Oltre ai lavori usuranti, già esclusi dall'aumento, è probabile che nella lista dei lavoratori per i quali resteranno in vigore i 66 anni e 7 mesi, finiscano quelli oggi inclusi nell'Ape sociale, quindi i cosiddetti lavori gravosi. Classificazione che corrisponde a figure lavorative precise ad esempio gli addetti alla concia delle pelli, ai servizi di pulizia, conducenti di camion, treni, infermieri, maestre di asilo e operatori ecologici.
Lista troppo lunga per il governo, mentre per i sindacati bisognerebbe andare oltre, ad esempio aggiungendo le donne con figli. Anche perché, ha spiegato ieri il presidente della commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi «sono le donne quelle più esposte a restare senza lavoro e senza pensione».
Si tratterà quindi di trovare un compromesso tra le ragioni del bilancio e quelle di sindacati e politici. Il Pd, come i sindacati, sta facendo pressioni per ampliare la platea e rinviare la messa a punto del meccanismo. La pensa così Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro e punto di riferimento su questi temi nel partito, che ipotizza da subito l'individuazione di una platea di esclusi partendo dall'Ape social, comprese quindi le 11 categorie che rientrano tra i gravosi. Poi nel giugno 2018, studiare un ulteriore allargamento e anche la revisione del meccanismo che lega l'età della pensione alle aspettative di vita, prevedendo anche la possibilità che l'età pensionabile possa diminuire quando le aspettative di vita calano. Come è successo nel 2015 e si sta ripetendo nel 2017
Tutto si complica per il dopo. «L'età pensionabile va differenziata: bisogna guardare tutte le mansioni e compiere un lavoro di analisi scientifico», ha spiegato il segretario confederale della Uil Domenico Proietti. La richiesta dei sindacati, insomma, resta quella di differenziare l'età pensionabile per categorie e, per questo, chiede di individuare il relativo dato dell'aspettativa di vita.
Ieri l'Istat, nel corso delle audizioni sulla legge di Bilancio, ha escluso si possa fare in tempi brevi. Per valutare eventuali esclusioni dallo scatto automatico dell'età pensionabile «non basta stabilire le categorie, bisogna valutare anche i percorsi lavorativi», ha spiegato il presidente Giorgio Alleva.
«Al momento non abbiamo un quadro praticabile di informazioni - hanno spiegato gli esperti Istat presenti in audizione - ed è necessario ricostruire la vita lavorativa delle persone, questa operazione va messa in piedi, va organizzata con un progetto ad hoc».