Il governo è in un vicolo cieco

Il governo è in un vicolo cieco

Al di là della soddisfazione espressa dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria, subito dopo la conclusione del vertice di venerdì a Palazzo Chigi sulla prossima manovra, alzi la mano chi abbia veramente capito come sarà il pacchetto di provvedimenti in cantiere che appaiono ancora avvolti da dense nubi. Sappiamo solo che l'esecutivo è a caccia di 20 miliardi di euro ma, per i dettagli, apriti cielo

È vero, ci è stato detto che, in qualche modo, decolleranno la flat tax e il reddito di cittadinanza, due cavalli di battaglia della campagna elettorale: ne prendiamo atto. Ma, finora, nessuno ci ha detto chiaramente in che modo le due misure verranno finanziate. Tutto sembra proprio in alto mare e non è un caso che sui mercati lo spread, il differenziale tra i nostri titoli e i Bund tedeschi, sia tornato a salire, a conferma che il quadro economico dell'Italia è tornato molto incerto sullo scenario internazionale. A rileggere, infatti, certe esternazioni piuttosto confuse e poco circostanziate degli ultimi due mesi, appare sempre più evidente il fatto che il governo si trovi in una specie vicolo cieco, un vero e proprio cul de sac. Da una parte, Conte & C. debbono in qualche modo mantenere le promesse di cambiamento sul fronte economico profuse a piene mani in campagna elettorale e, su questo punto, soprattutto Salvini non transige - ma dall'altra, i gialloverdi rischiano di attingere sempre più nel pozzo di San Patrizio del debito pubblico alla faccia della Ue, anche se continuano a ribadire che tutto sarà fatto in sintonia con Bruxelles.

Senza contare che continua a pendere la spada di Damocle dell'aumento dell'Iva previsto per il 2019. Di quale entità? L'impressione di molti operatori è che quello che ci verrà dato con una mano, ci sarà tolto con l'altra. Anche perché il quadro economico, a prescindere dall'effetto-boomerang del decreto Dignità, appare sempre più incerto: se l'Europa perde colpi, l'Italia si conferma per ora il suo fanalino di coda.

In tal senso, il premier e Tria appaiono meno fortunati di Renzi e Gentiloni che, pur dipingendo un'Italia a tinte eccessivamente rosa, hanno goduto l'abbrivio di una ripresina poi scioltasi come neve al sole. E qualcuno ha già ribattezzato Conte lame duck, cioè «anatra zoppa», come potrebbe succedere a Trump se dovesse perdere le elezioni di midterm.

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