La Grimaldi prende il largo con le navi a impatto zero

Il gruppo napoletano festeggia i suoi primi 70 anni investendo 1,2 miliardi per dodici nuove unità «verdi»

Antonio Risolo

Settant'anni di Grimaldi, la famiglia di armatori più numerosa d'Italia che nel secondo dopoguerra (1947) fondò il gruppo legato indissolubilmente alla figura dello zio, Achille Lauro. I fondatori sono i fratelli Luigi, Mario, Ugo, Aldo e Guido, figli di Amelia, sorella del Comandante. Corrono tempi durissimi, l'Italia è alle prese anche con la ricostruzione della flotta mercantile. Ed ecco i fratelli Grimaldi in prima linea, già svezzati alla scuola di vita e di lavoro del famoso zio. Oggi alla guida del gruppo c'è la seconda generazione della famiglia con i fratelli Emanuele (ad) e Gianluca Grimaldi (presidente), figli del patriarca Guido.

Primi armatori italiani e primi al mondo per il trasporto marittimo di auto e carico rotabile, oggi i Grimaldi rompono gli schemi dello shipping e annunciano un piano straordinario di investimenti di circa 1,2 miliardi di euro destinati alla costruzione di 12 nuove unità a propulsione ibrida. Già perfezionati i primi ordini, mentre le trattative per le rimanenti unità sono in dirittura d'arrivo. Un impegno finanziario importante - come sottolinea lo stesso ad - considerati gli altri 4 miliardi investiti negli ultimi cinque anni per la costruzione di nuove navi, la realizzazione di altre piattaforme logistiche e connessioni marittime.

Le nuove greenship - la prima sarà varata nel 2020 - installeranno propulsioni ibride a impatto zero quando saranno ancorate in porto, grazie a soluzioni tecnologiche coperte da brevetto internazionale. In sostanza, a bordo ci saranno rivoluzionarie batterie al litio che si ricaricano in quattro giorni di navigazione a turbine di ultima generazione.

«Nel settembre scorso dice Emanuele Grimaldi parlavamo di dieci navi ibride (sei più quattro in opzione, ndr). Oggi posso annunciare che il nostro piano ne prevede dodici, tre delle quali saranno unità rompighiaccio e che probabilmente faranno parte della flotta di Finnlines, nostra controllata al 100 per cento. Sono ancora in corso trattative per perfezionare le varie commesse. Si tratta di navi uniche sotto tutti i punti di vista. Sulle greenship saranno impiegate le migliori tecnologie esistenti, parte anche di un progetto-copyright firmato da un nostro ingegnere insieme col danese Knud Hansen».

Ma quali sono le specificità di queste navi? «Le navi più avanzate ed efficienti della nostra flotta, costruite nei cantieri coreani trasportano 250 camion - aggiunge Grimaldi -. Quelle nuove saranno in grado di imbarcarne 500. Le dieci navi più efficienti al mondo le abbiamo noi». Oltre alla capacita di carico doppia le greenship hanno una carena rivoluzionaria: «Fantastica direi - continua Grimaldi -. Ma l'aspetto fondamentale è il cosiddetto abbattitore Scrubber che durante la navigazione riduce l'emissione di zolfo di almeno di 40 volte. Nei porti italiani vicini ai centri cittadini, come Genova e Napoli, le emissioni saranno pari a zero. Le nuove unità siano quattro volte più efficienti delle più moderne navi tradizionali».

Dopo la consegna della Grande New York (7 novembre) e la Grande Baltimora (luglio scorso) tra poco sarà varata anche Philadelphia. Poi arriveranno quelle dedicate al capoluogo del Piemonte: la Grande Torino e la Grande Mirafiori. Quindi, via via tutte le altre in costruzione, nove in tutto».

Il gruppo Grimaldi, 3 miliardi di fatturato, schiera attualmente una flotta di 120 unità e impiega 13mila persone: «Di cui - sottolinea - 10mila europei, prevalentemente italiani. Niente società nei paradisi fiscali, nessuna bandiera di comodo».

Vice presidente dell'Ics (International Chamber of Shipping) e past president di Confitarma, Emanuele Grimaldi è molto attivo nelle negoziazioni internazionali relative all'impatto ambientale: «Nel 2020 - aggiunge - anche nel Mediterraneo i livelli di emissione saranno ridotti, come prevedono le nuove norme sul Co2. Significa che si dovranno usare carburanti più costosi, oppure installare a bordo abbattitori altrettanto costosi (da 2 a 5 milioni di euro, ndr). In ultima analisi credo ci sia da parte di tutti l'interesse a sviluppare nuove tecnologie. Noi ci riteniamo orgogliosamente i pionieri di questo cambiamento epocale».

E a proposito di nuove norme internazionali, il gruppo Grimaldi ha investito altri 60 milioni di euro per allungare due ferry-cruise che aumenteranno la capacità di trasporto da 3mila a 3.500 passeggeri ma, soprattutto, monteranno quattro gigantesche batterie elettriche. «Si tratta di segnali importanti che riguardano la sicurezza sul lavoro, il rispetto dell'ambiente e altro ancora - conclude Emanuele Grimaldi -. Sono temi con i quali si deve confrontare l'imprenditore del futuro.

Non è più possibile tenere in esercizio navi che hanno 40-50 anni. Possiamo vantarci di avere la flotta più giovane d'Europa e forse del mondo, anche se in mare vedo qualche unità che ha più di cinquant'anni, in barba a una legge dello Stato che invece stabilisce un tetto di venti».

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