I l ministro dell'Interno, Marco Minniti, non ha perso tempo e, in pochi giorni, ha presentato il codice di condotta per le Ong impegnate nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. Codice che è stato approvato dalla Commissione europea e che ora passa nuovamente al Viminale in attesa che da lunedì, su invito dello stesso ministro, le organizzazioni non governative possano rispondere all'appello sottoscrivendo il testo completo. Chi deciderà di non firmare non potrà sbarcare migranti nei porti italiani. E per alleggerire la pressione su quelli della Sicilia, ieri Minniti ha espresso l'intenzione di utilizzare anche altri approdi, tra cui quello di Civitavecchia, oltre Salerno e Reggio Calabria.
La misura sulle Ong è stata presa proprio per regolamentare gli sbarchi. La guerra ai trafficanti di esseri umani è iniziata sul serio. Lo ha dimostrato il vertice dell'altro ieri in Libia, dove lo stesso ministro ha incontrato alcuni sindaci per chiedere loro di collaborare, in cambio di futuri investimenti, per annientare il fenomeno del traffico di migranti. Il testo, voluto anche dai ministri dell'interno europei, che regolamenta il lavoro delle Ong nel Mediterraneo, è chiaro. Nessuna loro nave potrà più entrare in acque territoriali libiche. Un punto, questo, che creerà non pochi problemi alle organizzazioni più grandi. Save the children ha ammesso a più riprese di averlo fatto. Un comportamento che aveva sollevato polemiche anche in seguito all'indagine conoscitiva del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, il cui lavoro sta andando avanti e che, insieme a quello dei colleghi delle altre tre procure che stanno operando in questa direzione, porterà sicuramente a dei risultati.
Tra i divieti anche quello di spegnere il transponder di bordo, di accendere le luci per farsi individuare dai barconi e di invogliare, attraverso telefonate, la partenza degli immigrati. Inoltre, le Ong dovranno collaborare con le autorità sia italiane che europee fornendo tutte le indicazioni utili all'individuazione di scafisti e trafficanti di uomini, acconsentendo a far salire la polizia italiana a bordo per controlli e verifiche, producendo l'elenco dettagliato dei finanziatori, notificando immediatamente i soccorsi appena avvenuti e, infine, recuperando il motore dei barconi da cui vengono salvati i migranti.
Che cosa accadrà a chi non firmerà e, di conseguenza, non accetterà le regole? Oltre al divieto di ingresso nei porti italiani, le Ong potranno essere segnalate alle autorità dei Paesi di appartenenza e subire delle ispezioni a bordo. Un documento che è stato fortemente apprezzato dall'Europa che, nonostante abbia lasciato sola l'Italia nell'accoglienza migranti, almeno mostra vicinanza nelle norme di deterrenza del fenomeno immigrazione.
«L'obiettivo - ha detto la portavoce della Commissione europea per le migrazioni, Natasha Bertaud - è di fornire un chiaro insieme di regole per come le imbarcazioni private che portano a termine operazioni di ricerca e soccorso operano e interagiscono con le operazioni marittime dell'Ue e con le autorità di altri Stati rivieraschi».Intanto, dopo una settimana di stop, forse dovuto al maltempo, i migranti in arrivo nei porti italiani sono oltre seimila. Un dato che evidenzia che, almeno per ora, non è cambiato niente.
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