Roma - Il mito della rivoluzione grillina è tramontato. E con esso il sogno del cittadino in Parlamento. L'odore del «potere» ha travolto anche il M5s. La svolta grillina, dalla piazza al Palazzo, si avverte anche con il cambio del lessico. E non solo nei messaggi politici che accompagnano il dibattito. I parlamentari del M5s non sono più cittadini normali sbarcati a Montecitorio per aprire le istituzioni. Ma ora sono onorevoli come i colleghi. Al pari dei deputati di Forza Italia e Pd.
La casta non fa più paura. E nemmeno gli odiati privilegi. Nel 2013, appena arrivati a Roma, guai a etichettare Di Maio, Fico e Di Battista con il titolo di onorevole. Beppe Grillo li avrebbe scomunicati. Oggi, la musica è completamente cambiata. I parlamentari pentastellati rivendicano il titolo di onorevole. Al punto di inserirlo nelle locandine di eventi e manifestazioni politiche. La parola «onorevole», che fino a qualche anno fa rappresentava il simbolo di una casta lontana dai cittadini, è diventata una medaglia da esibire in pubblico. Giustamente, per rimarcare la distanza con il popolo. Ad Afragola, in provincia di Napoli, il 7 giugno scorso, si è svolto un incontro elettorale: lunghissimo l'elenco di deputati e senatori del M5s. Tutti forgiati del titolo di onorevole.
In cima alla lista Vincenzo Spadafora, il braccio destro del capo Luigi Di Maio, finito nelle ultime settimane un po' ai margini del Movimento. Spadafora, che non arriva dalla militanza grillina, si è guadagnato sul campo il titolo di onorevole. Passando in rassegna tutti i partiti della Seconda Repubblica: dall'Udeur di Clemente Mastella alla Margherita di Francesco Rutelli. Perché privarlo di una gioia? Ora che finalmente il sogno, di essere riconosciuto nella sua terra come onorevole, si è realizzato. D'altronde anche i big del M5s, che viaggiavano in metro e parlavano di scorta dei cittadini, non esitano a infilarsi in auto blu con tanto di codazzo di segretari e scorta vera. Ma intanto, l'illusione della diversità svanisce. Mentre cresce la rabbia.
I militanti insorgono sui social: la locandina dell'evento napoletano ha scatenato l'indignazione degli attivisti. Ma ormai la metamorfosi è compiuta. Nonostante l'ufficio di propaganda del M5s provi a placare il malcontento.
Come nel caso della partecipazione al G7 in Canada del premier Giuseppe Conte: l'ufficio stampa del presidente del Consiglio è stato costretto a diramare una nota ufficiale per giustificare l'utilizzo dell'aereo di Stato. Insomma, il M5s è diventato vittima della sua stessa retorica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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