Renato Carlantoni è il sindaco di Tarvisio, nel profondo Nord Est, in prima linea con l'arrivo via terra di profughi e clandestini.
Qual è la situazione a ridosso dell'Austria?
«Hanno mandato una ventina di poliziotti in più per i confini. Dall'inizio dell'anno sono stati arrestati 51 passeur provenienti dall'Austria coinvolti nel traffico di esseri umani, ma non mi risulta una sola riammissione (rimandarli indietro nda ). Eppure quando i migranti, che arrivano attraverso la rotta balcanica vengono fermati, nel database della polizia risulta subito che sono già stati identificati in Ungheria, oppure in Bulgaria e in Austria, dove magari hanno fatto richiesta di asilo. Però non li rimandiamo mai indietro come fa Vienna. L'Europa non vuole i profughi arrivati in Italia in nome del trattato di Dublino e noi, invece, non lo applichiamo».
Ma perché se sono già entrati nell'Unione europea da Est vengono in Italia?
«Ho parlato con questi aspiranti profughi. Dicono che se chiedono asilo in Italia hanno, bene o male, un tetto sulla testa per un anno e mezzo, prima della decisione finale. E da noi l'immigrato può pure fare ricorso al Tar, unico paese in Europa. La lentezza della burocrazia e forse qualche altro interesse creano il problema anziché risolverlo».
Per altri interessi intende che si lucra sulla permanenza dei profughi?
«Il tema vero è quello del business che gira intorno a questa emergenza. Faccio l'esempio dei minori extracomunitari. Per legge devono occuparsene i Comuni. Lo scorso anno a Tarvisio, che ha circa 4mila anime, ho dovuto stanziare 436mila euro. Dal 2011 al 2015 le rette per i minori non accompagnati sono aumentate del 156%. Quattro anni fa 40 minori costavano 40 euro al giorno a testa. Oggi ne ho 95 e per loro spendo 120 euro ognuno. Non è possibile che un anziano, italiano, non autosufficiente, che quindi mangia, beve e dorme e ha bisogno di cure sanitarie, costi mediamente 85 euro al giorno, mentre un minore extracomunitario un terzo in più».
Sono le uniche discrasie nell'accoglienza?
«Nel bando delle Prefetture per l'accoglienza degli stranieri sono previste alcune voci che lasciano perplessi: l'accesso gratuito a internet anche via wireless che è considerato genere di prima necessità. Metà dei comuni della montagna in Friuli-Venezia Giulia si sognano questo servizio. Nel bando della Prefettura di Gorizia tra i servizi minimi garantiti troviamo l'obbligo per i comuni di «favorire l'accesso all'edilizia residenziale pubblica», che molto spesso è ardua per i residenti e al mercato privato degli alloggi. Il Comune dovrebbe fare promozione, supporto ed eventuale intermediazione a favore degli stranieri.
C'è poi il caso di un'amministrazione friulana che non solo ha comprato 5 biciclette nuove per un totale di 780 euro, per gli immigrati, ma ha pure acquistato il porta biciclette e 15 abbonamenti per il bus da 40 euro l'uno».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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