I dubbi di Renzi su Sala E deve ingoiare le primarie

Il premier sulla candidatura di mister Expo a sindaco di Milano: impari a comunicare. La consultazione che i vertici Pd avrebbero evitato confermato per febbraio

I dubbi di Renzi su Sala E deve ingoiare le primarie

«Primarie aperte». È la formula magica scelta da Matteo Renzi per non scontentare nessuno e rinviare la decisione su Milano più avanti. Un modo per lavarsene le mani? Almeno per un po' la scelta di temporeggiare gli è sembrata la migliore. In fondo si vota il 12 giugno, le consultazioni tra gli elettori per scegliere il candidato non si sa ancora con certezza quando saranno. «C'è tempo» ha confidato ai suoi la scorsa settimana. Anche per questo, oltre che perché la situazione è oggettivamente ormai una matassa di lana aggrovigliata da un gatto impazzito, Renzi si è mostrato se non felice, almeno disponibile, durante l'incontro con Giuliano Pisapia, il sindaco di Milano dimissionario da tempo, che ha portato in udienza al Nazareno colei che è la sua candidata e delfina, cioè la vicesindaco Francesca Balzani. «Decideranno i milanesi» ha anche detto Renzi.Il premier non si è sottratto al faccia al faccia con la signora del Pd. «Sala è in campo ma non saranno primarie blindate. Se ti vuoi candidare - il senso delle parole rivolte da Renzi alla Balzani - buona fortuna, ma sappi che la partita è complicata. Se sai di avere carte da giocare, giocatele». Decideranno i milanesi, appunto. Il segretario del Pd ha ribadito la fiducia nella candidatura di Giuseppe Sala, ma ha anche espresso qualche giudizio sul manager Expo, in particolare sul modo di comunicare, che i presenti hanno considerato una critica, o almeno qualche piccolo dubbio, sul fatto che Sala sia il candidato giusto. Così Renzi non si è messo muro contro muro contro Pisapia, che la sera prima lo aveva sfidato in tv.«A me non risulta che Renzi abbia scelto Sala come candidato sindaco, domani lo vedrò e glielo chiederò» aveva detto il sindaco a Di martedì, sulla 7, alla vigilia dell'incontro romano. Un modo di mettere all'angolo il premier e chiedergli un pronunciamento pro o contro Sala. Renzi, alle strette, pur confermando le simpatie per l'uomo di Expo, ha dato via libera anche a un'eventuale candidatura della Balzani. «Individuazione della candidata o del candidato migliore per vincere le prossime elezioni comunali e proseguire nel buon governo della città» si legge nella nota del Nazareno. E molti mettono l'accento su quel femminile e maschile, quel galante «candidata o candidato», che è una carezza alla Balzani e una pacca sulle spalle a Sala.La scelta attendista è legata anche ai sondaggi. Perché se è vero che Sala al momento è in testa a tutte le rilevazioni, c'è da valutare se la sua popolarità e il suo consenso, così legati a Expo, cresceranno o diminuiranno da qui a giugno. Così le primarie sono anche un modo di testare la «tenuta» di Sala, oltre che di valutare la forza di altri candidati. O candidate. Insomma, prendere tempo sia per vedere che mosse fa il centrodestra che per evitare ulteriori contrapposizioni in un momento difficile. Per non dire caotico.Un'ora e mezza di colloquio al Nazareno, la sede del Pd, con i vicesegretari Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani, sottolineano il valore politico della conversazione: lui, Renzi, era lì da segretario del Pd. E anche Pisapia era a un appuntamento politico: non in un ruolo istituzionale, ma da «accompagnatore» di colei che ritiene la scelta giusta per Milano. Ovvero Francesca Balzani.Giochi apertissimi.

E con il terzo incomodo. Prendiamo l'assessore Pierfrancesco Majorino, uno dei primi a lanciarsi. A tempo di record, ha ribadito che il 7 dicembre inizierà a raccogliere le firme: «Io ci sono». Come, è presto per dirlo.

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