I grillini finiscono dallo psicologo stressati da ordini e critiche

Diktat di Grillo, opposizione e tensioni con i colleghi I consiglieri torinesi si sono ritirati in Valle Pellice

I grillini finiscono dallo psicologo stressati da ordini e critiche

Angrogna (To) - «È meglio se voto o se mi astengo? Posso dire a quel collega che la sua proposta proprio non mi piace, senza rischiare la rissa o un'espulsione? E con i giornalisti, ci parlo e dico la mia, o è meglio che io stia zitto?». Dubbi ed incertezze non da poco, che possono far traballare il Consiglio comunale della città di Torino, se a porsi queste amletiche domande sono i consiglieri del Movimento Cinque Stelle che, tra un attacco e l'altro dell'opposizione, devono anche imparare a gestirsi tra le ferree regole imposte dal patron Beppe Grillo.

Per far fronte allo stress delle interrogazioni, al nervosismo del post intervista e alla stanchezza delle riunioni fiume, i consiglieri che sostengono il sindaco di Torino, Chiara Appendino, hanno pensato bene di rivolgersi ad uno psicologo. E non solo per qualche ora ma per ben due giorni interi. Così mentre l'ex premier Matteo Renzi cercava di racimolare consensi dal palco del Lingotto a Torino, i grillini sono andati in ritiro, rifugiandosi tutti insieme in un albergo di Angrogna, un paesino di poco più di 800 abitanti in Valle Pellice, per seguire le dritte di uno psicologo ed un formatore per affrontare le situazioni più critiche che si possono presentare nella vita di un amministratore. L'opposizione non ha risparmiato frecciatine spiritose: «Dopo otto mesi alla guida del Comune ai Cinquestelle serve già lo psicologo». Alle «sedute collettive» erano presenti quasi tutti i consiglieri comunali. Non gli assessori né il sindaco Appendino, ed è stata una scelta precisa, anche se i più maliziosi hanno visto in questa selezione i segnali di qualche scricchiolio, ma è una lettura che non trova conferma né tra i consiglieri né tra gli assessori. Per loro è stato solo un weekend di lavoro nell'ottica di una normale distinzione di ruoli tra giunta e consiglieri. Due giorni di team building, pratica sempre più diffusa sui luoghi di lavoro. Si tratta di creare il gruppo, imparare a fare lavoro di squadra, a gestire i conflitti, lo stress, senza perdere la calma, anzi, guadagnando efficienza e coesione.

Del resto negli ultimi tempi il clima in Sala Rossa si è surriscaldato: gli attacchi dell'opposizione si fanno sempre più feroci e anche se per ora i grillini hanno retto il colpo e non hanno mai fatto mancare un voto, cedendo alle beghe interne, si lavora per non mostrare il fianco all'opposizione. Anche perché, fino ad ora, l'amministrazione Appendino ha goduto di giudizi positivi non tanto per i meriti, quanto perché la collega Virginia Raggi, sindaco di Roma, ha catalizzato sulla sua giunta tutti gli influssi negativi. «Siamo 24, siamo tanti - spiega il capogruppo in Comune Alberto Unia - Le dinamiche di un gruppo così ampio sono particolari e c'è da dire che questi primi mesi sono stati duri, faticosi.

Abbiamo dovuto affrontare e gestire situazioni molto difficili, sentivamo il bisogno di allontanarci un po' dalla città, stare insieme e ricaricare le pile». L'esperimento pare abbia funzionato, visto che la due giorni si è conclusa con l'intenzione di rendere il weekend di team building un appuntamento da ripetere.

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