Altro che partito a pezzi: dopo l'addio dei traditori Forza Italia torna a salire

I sondaggi premiano gli azzurri

Altro che partito a pezzi: dopo l'addio dei traditori Forza Italia torna a salire

Ma guarda un po': Forza Italia perde pezzi e i sondaggi la premiano? A dircelo è uno studio dell'Atlante Politico di Demos pubblicato da Repubblica . Non è che il partito torna a veleggiare proprio perché le zavorre si sono autogettate a mare? I dati in generale: il Pd cala al 31,8% (dato più basso dalle europee del 2014 con una perdita secca di due punti nell'ultimo mese); Forza Italia, viceversa, cresce di due punti negli ultimi 30 giorni assestandosi al 13,2%; frena la Lega di Salvini (12,5%), superata da Fi; e crescono i Fratelli d'Italia della Meloni. Bene anche il Movimento 5 Stelle che sfonda il tetto del 27%. Non solo: rispetto a un mese fa, in un ipotetico ballottaggio tra Pd e una coalizione di centrodestra guidata da Fi e Lega, oggi ci sarebbe un testa a testa: 51,7% per il Pd, 48,3% per i verd-azzurri. La fiducia nel governo nel suo complesso, poi, cala dal 56% del febbraio 2014 al 42%.

Brunetta, nel suo Mattinale , gongola: «Forza Italia torna ad essere quello che dev'essere: il baricentro, il motore di un rilancio delle prospettive di rinascita dell'Italia, capace di federare le magnifiche e rustiche energie della Lega, oltre che quelle di Fratelli d'Italia e, lo diciamo senza ambiguità, con la Destra democratica di Storace ed altre forze avverse alla sinistra». Se, poi, ci si aggiunge anche quella parte di società civile che il Cavaliere vuole coinvolgere, la partita è più che aperta. Brunetta parla quindi di «quadrifoglio» - Fi, Lega, Fdi e liste civiche - assegnando a queste ultime il colore viola: «Ci siamo spinti a dare il color fucsia al quarto petalo: il movimento civico, la lista più comunitaria che personale che ha saputo radunare Luigi Brugnaro a Venezia. Ce ne sono cento di questi fiori in grado di smaltare di altri bei colori il quarto petalo».

Segnali di ripresa per il partito, quindi. Deborah Bergamini dà la seguente lettura: «Il ritorno sulla scena politica di Berlusconi ci sta giovando enormemente». Il Cavaliere è tornato in campo, sebbene per qualche giocata; figurarsi quando sarà della partita dal fischio d'inizio. Dice Brunetta: «Berlusconi ha investito per ora una percentuale minima del suo potenziale di energie nella battaglia politica. Noi siamo destinati, con un impegno diretto e costante, nel territorio e sui mass media, di Berlusconi, a diventare il primo partito, a tornare sopra il 25%. A condizione dell'unità del centrodestra».

Ma c'è un altro elemento quasi paradossale. Forza Italia si riprende proprio quando in tanti sbattono la porta. In principio furono Fitto e i suoi: ribelli che accusavano il Cavaliere di essere prono al cospetto di Renzi anche quando Fi s'è imbullonata all'opposizione. Poi è stata la volta di Verdini con i suoi «nazarenini», nostalgici dell'inciucio e soccorritori del vincente. Insomma, un fuggi-fuggi generale che, invece di far affondare Fi gli ha dato leggerezza e agilità.

L'elettore berlusconiano, quindi, sembra premiare il

partito che si depura della paccottiglia trasformista. Berlusconi, poi, resta il leader più apprezzato (26%) rispetto a quelli che, eletti sotto le sue insegne, lo hanno poi abbandonato (Alfano è al 23% e Verdini all'8%).

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