L'operazione reddito di cittadinanza va in porto: il M5s fa bottino pieno in Campania vincendo, in base alle prime proiezioni, tutti i collegi uninominali. Secondo le proziezioni il M5S supera il 53%, con il Pd che non va oltre il 13%, mentre regge Forza Italia che viaggia su una percentuale del 18. Nella Regione con il più alto tasso di disoccupazione, l'arma del reddito di cittadinanza si è rivelata vincente: il Movimento sbaraglia tutti.
Un risultato che si riflette nella prova di Luigi di Maio. Il leader del M5s si aggiudica la sfida contro Vittorio Sgarbi (Forza Italia, Lega, Fdi e Noi con l'Italia), Antonio Falcone (Pd, Insieme, Civica popolare e + Europa) e Enza Iasevoli (Leu). Il candidato grillino viaggia verso una percentuale del 48% nell'uninominale mentre Sgarbi si è fermato al 28%. Staccato Falcone del Pd al 17 %: esito scontato nella terra dell'aspirante premier pentastellato.
D'altronde, Di Maio era certo di avere in tasca la vittoria al punto che nel giorno del voto si è visto in città solo per una toccata e fuga. Il leader del M5s è arrivato alle 11.30 nel seggio in via Pertini nella scuola «Sulmona» per votare. L'accoglienza è calorosa: cori da stadio, selfie e abbracci per il vicepresidente della Camera che imita Silvio Berlusconi e dal predellino dell'auto saluta i sostenitori. È stato un bagno di folla che ha anticipato il plebiscito elettorale per l'erede di Beppe Grillo. C'è chi ha urlato all'aspirante premier dei pentastellati di aver preso un volo dalla Germania solo per votarlo. Prevedibile e scontata l'accoglienza per Di Maio: la città, che ha dato i natali all'ex Presidente della Repubblica Giovanni Leone, nonostante sia guidata da un sindaco di Forza Italia, Lello Russo, si è stretta attorno al giovane aspirante presidente del Consiglio.
Dopo l'abbraccio con il popolo pomiglianese, Di Maio è ripartito immediatamente per Roma dove ha seguito dal quartiere generale del M5s lo scrutino. La partita più importante per Di Maio si gioca sul piano nazionale: la vittoria nel collegio è una magra consolazione per chi aspira a guidare il Paese.
Dall'inizio la sfida per i due avversari di Di Maio è apparsa proibitiva nel collegio uninominale Pomigliano-Acerra. Il Pd ha rinunciato a candidature di profilo nazionale, puntando su un uomo del territorio: Antonio Falcone, sindaco del Comune di San Vitaliano, centro di appena duemila anime. Matteo Renzi, intuendo un esito negativo della competizione elettorale, ha rinunciato alla tappa, inizialmente programmata, nel collegio uninominale di Pomigliano D'Arco.
Di Maio si è fatto vedere poco in giro per il collegio, certo di un risultato positivo sia del M5s che personale nella propria terra. L'esito nel collegio uninominale conferma il trend schiacciante al Sud del Movimento.
Forza Italia si è affidata al vulcanico Vittorio Sgarbi, che dopo aver percorso in lungo e largo il collegio di Pomigliano, ha preferito attendere i risultati a Milano. Più incisiva la campagna elettorale del critico d'arte che ha bacchettato per 30 giorni con dirette Facebook e video Di Maio, rimproverandogli impreparazione e mediocrità. Più che un voto politico, su Di Maio si è registrato un consenso campanilistico: il territorio pomiglianese-acerrano ha premiato la candidatura per Palazzo Chigi di un conterraneo.
Ma nella lunga campagna elettorale non sono mancate le polemiche: Sgarbi ha accusato la classe politica locale del centrodestra di non averlo sostenuto. Un'accusa respinta al mittente dai capi locali di Forza Italia. Ma visto il verdetto favorevole per Di Maio, Sgarbi potrebbe vantare qualche ragione.
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