I medici egiziani: sul Parigi-Cairo esplosa una bomba

L'informazione è sfuggita ai coroner dalla sala delle autopsie Una frettolosa smentita non cancella il sospetto che sia vera

Fausto Biloslavo

Giallo sull'esplosione che avrebbe causato la tragedia del volo Egyptair precipitato il 19 maggio nel Mediterraneo con 66 persone a bordo, tutte morte. Ieri mattina la bomba a bordo era stata data per certa, dopo gli esami sui brandelli umani ritrovati dalle squadre si soccorso. Poche ore dopo veniva smentita derubricandola a mera «ipotesi».

Un altro aspetto interessante è che a bordo dell'Airbus 320 c'erano tre guardie di sicurezza disarmate, a differenza degli sceriffi dell'aria americani e israeliani. Normalmente sono previsti solo due agenti del genere. Se la sorveglianza è stata rafforzata significa che c'era qualche segnalazione di pericolo, possibile attentato o dirottamento di un aereo Egyptair o specificatamente del volo finito in tragedia. Non solo: domenica il New York Times ha rivelato che sullo stesso aereo erano apparsi due anni fa dei graffiti contro il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi. E la scritta inquietante in arabo: «Tireremo giù questo aereo». La sigla del velivolo sulla fusolieria, Sugcc, richiamava le iniziali del cognome del presidente. Accanto qualcuno aveva aggiunto «traditore» e «assassino». La faccenda era stata collegata alla deposizione nel 2013 del capo dello Stato dei Fratelli musulmani, Mohammed Morsi, da parte del generale Al Sisi. I graffiti erano apparsi durante uno scalo all'aeroporto del Cairo. Da allora sono stati epurati numerosi lavoratori aeroportuali sospettati di simpatie con i Fratelli musulmani, oggi fuorilegge in Egitto.

Ieri mattina trapela la notizia degli 80 resti umani di piccole dimensioni recuperati in mare. «Nemmeno uno è un pezzo intero di un corpo, come un braccio o una testa» sostengono le fonti anonime a conoscenza dell'autopsia. Secondo le prime indiscrezioni il «rapporto di medicina legale indica, che un'esplosione ha avuto luogo a bordo prima che l'aereo precipitasse». Non è chiaro se sono state rivelate sostanze esplosive vere e proprie sui resti umani ritrovati.

In pratica viene confermata la pista dell'attentato, che aleggia fin dall'inizio sul mistero dell'aereo precipitato. Poche ore dopo la doccia fredda della smentita, che come nel caso Regeni sembra essere un copione classico nelle inchieste egiziane. «Il presidente del dipartimento di Medicina legale, Hisham Abdel Hamid, ha smentito le informazioni pubblicate dai media secondo le quali un'esplosione ha avuto luogo a bordo dell'apparecchio», si afferma in una nota ufficiale.

Secondo il responsabile degli anatomopatologi «tutte le informazioni a questo riguardo sono destituite di fondamento. Non hanno nulla a che vedere con la medicina legale e non sono altro che ipotesi». Subito dopo lo stesso presidente Al Sisi annuncia che «è necessario rafforzare gli sforzi congiunti» tra Egitto e Francia «per scoprire tutti i risvolti dell'incidente». Intanto fonti ufficiali greche confermano: l'aereo Egyptair MS804 prima di precipitare ha sbandato violentemente per poi scomparire dai radar.

Per la conferma della pista terroristica manca una rivendicazione. Sabato scorso Abu Muhammad al-Adnani, portavoce delle bandiere nere, ha parlato della lotta del Califfato, senza accennare all'aereo precipitato. Anche dopo la bomba a bordo dell'aereo passeggeri russo caduto nel Sinai lo scorso ottobre la rivendicazione non è stata immediata, ma nell'ultimo caso stanno passando troppi giorni dalla tragedia.

L'alternativa è l'avaria, molto grave, per far precipitare un aereo in tre minuti.

Non ci crede il capitano Shaker Qalada, ex direttore dell'amministrazione centrale degli investigatori del ministero dell'Aviazione del Cairo. «È molto probabile che la tragedia sia stata causata da un attacco terroristico - sostiene l'ufficiale - anche se tutte le ipotesi non vengono ancora scartate».

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