Coronavirus

I Nas: "Tracce di virus su bus e metro". Viminale ai prefetti: vigilare sui viaggi

Contaminati 32 mezzi su 693. Le irregolarità più diffuse sono le carenze di sanificazioni e gel, oltre al mancato distanziamento

I Nas: "Tracce di virus su bus e metro".  Viminale ai prefetti: vigilare sui viaggi

I mezzi pubblici sono un ricettacolo di virus e batteri e il corononavirus non è da meno. Il sospetto è stato confermato dai controlli del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, che lo ha rilevato su obliteratrici, maniglie e barre di sostegno per i passeggeri, pulsanti di richiesta di fermata e sedute. Sono stati eseguiti 756 tamponi di superficie su mezzi di trasporto e stazioni con i locali servizi di ASL, Agenzie di Protezione Ambientale ed enti universitari, che hanno curato anche l'esame analitico per la ricerca del virus. Nel complesso gli interventi condotti dai NAS negli ultimi giorni hanno interessato 693 veicoli, adibiti al trasporto tra autobus urbani ed extraurbani, metropolitane, scuolabus, collegamenti ferroviari locali e di navigazione, biglietterie, sale di attesa e stazioni metro. Tra gli obiettivi controllati, 65 hanno evidenziato irregolarità a cominciare dalle operazioni di pulizia e sanificazione, mancanza di erogatori di gel disinfettanti o non funzionamento ma anche dall'assenza di distanziatori posti sui sedili e informazioni agli utenti sul numero di persone ammesse a bordo, poiché il vero nodo da sciogliere è come mantenere il distanziamento. Tra i tamponi di superficie raccolti, sono stati rilevati 32 casi di positività per la presenza di materiale genetico, riconducibile al virus, individuati in autobus, vagoni metro e ferroviari operanti su linee di trasporti pubblici di Roma, Viterbo, Rieti, Latina, Frosinone, Varese e Grosseto. In realtà il vero problema non è solo la presenza del virus, che si annida inevitabilmente su pulsanti o maniglie, quanto il sovraffollamento e la mancata igienizzazione degli ambienti. Come sottolineano i NAS, «il riscontro della presenza di materiale genetico del virus sulle superficie dei mezzi di trasporto, seppur non indice di effettiva capacità di virulenza o vitalità dello stesso, rileva con certezza il transito ed il contatto di individui infetti a bordo del mezzo, determinando la permanenza di una traccia virale». Per evitare di contagiarsi, «toccandosi occhi, naso o bocca, basterebbe sanificare sempre le mani con il gel ma purtroppo non tutti lo fanno. I trasporti sono un problema, perché molta gente li utilizza e non avviene mai una sanificazione totale», afferma Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma.

Già lo scorso anno fece scalpore una indagine su 22 studi, pubblicata sul «Journal of Hospital Infection», nella quale si evidenziava una sopravvivenza del coronavirus fino a 9 giorni sulle superfici con una media di 4-5, prendendo come esempio virus molto simili (SARS e MERS).

Intanto il Viminale ha raccomandato ai prefetti di «intensificarne l'operatività nell'imminenza del passaggio a una zona caratterizzata da misure più restrittive, in conseguenza della recrudescenza del quadro epidemiologico».

«Si raccomanda - si legge nel documento - che i dedicati servizi territoriali siano prevalentemente localizzati nei principali snodi trasportistici e interessino, altresì, a largo raggio, la rete viaria, sia urbana che extraurbana, potenzialmente interessata da una maggiore concentrazione ed afflusso di cittadini, allo scopo di verificare il puntuale rispetto delle vigenti prescrizioni in tema di mobilità».

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