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I paletti di Mattarella: "Fisco più equo»"

L'intervento del Colle a favore delle imprese. Forza Italia applaude

I paletti di Mattarella: "Fisco più equo»"

Roma Basta con le super tasse, smettiamola di strangolare le industrie: se davvero vogliamo aiutare le imprese italiane, serve «un fisco equo che non distorca la concorrenza», pubbliche amministrazioni «efficienti» e «regole più semplici». Sembra una ricetta iperliberista, invece sono le parole del capo dello Stato. «Il rallentamento dell'economia - scrive Sergio Mattarella in un messaggio all'assemblea della Cna - impone una strategia complessiva che favorisca l'imprenditorialità». Forza Italia applaude: «Il suo appello all'equità fa da stimolo al nostro no tax day».

Certo, non si può dire che il Quirinale, dopo le fatiche agostane per farlo nascere, adesso si metta contro il governo. Infatti il decreto fiscale, nonostante i dubbi e le voci di alcune perplessità riguardo ai motivi di urgenza del provvedimento, alla fine è stato regolarmente controfirmato. Ma la Finanziaria è ancora aperta e deve superare la battaglia del Parlamento, dove si prevedono assalti di tutti i tipi. Così nel frattempo Mattarella sente il dovere di mettere in guardia chi nell'esecutivo, cioè i Cinque stelle, vorrebbe un erario aggressivo: troppi balzelli rischiano di strangolare la ripresa.

Perciò, spiega il presidente agli artigiani, «occorre una fiscalità equa». Il quadro generale non è buono. L'economia è fiacca, nel mondo ci sono «tensioni che frenano il commercio e alimentano l'incertezza a livello internazionale» e stiamo ancora in attesa «di un'Europa forte per affrontare le sfide». Che fare, quindi? «Sostenere la fiducia di famiglie e imprese per rilanciare la domanda». Come? Con «investimenti in infrastrutture, innovazione e formazione», indispensabili per «cogliere le opportunità delle nuove tecnologie in maniera diffusa, ridurre divari e valorizzare il contributo delle piccole imprese e dell'artigianato, fondamentale nel nostro Paese in termini di occupazione e produzioni di qualità». La digitalizzazione può insomma aiutare la tradizionale «creatività italiana».

Intanto una mano può darla anche lo Stato. «Le istituzioni, assieme alle parti sociali, devono accompagnare questo percorso con una strategia complessiva, assicurando un ambiente che favorisca l'imprenditorialità e lo sviluppo sostenibile, incluse regole semplici e amministrazioni efficienti». E appunto, «un fiscalità equa», per non «distorcere la concorrenza tra operatori».

Un concetto che piace molto a Fi. «Condividiamo il monito del capo dello Stato - dice Sestino Giacomoni, vicepresidente della commissione Finanze della Camera -. Il nostro partito è impegnato a raccogliere firme per far inserire nella Costituzione un tetto massimo alla pressione contributiva». E Lucia Runzulli, vice capogruppo degli azzurri al Senato: «Ancora una volta ci abbiamo visto giusto.

La lungimiranza di Silvio Berlusconi si conferma determinante per contrastare la politica di questo governo che non sa far altro che imporre nuove tasse, come quelle che sta per introdurre nella legge di bilancio».

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