I paletti di Mattarella: giù le mani dai risparmi

Il Colle: «Da tutelare come l'equilibrio dei conti». Richiami sul bilancio quasi quotidiani

I paletti di Mattarella: giù le mani dai risparmi

Roma - Sul Colle arriva la manovra e Sergio Mattarella pianta di nuovo qualche paletto. «I risparmi delle famiglie rappresentano complessivamente un elemento di forza che va accuratamente tutelato. Esso, unito all'equilibrio dei bilanci pubblici - espressamente richiamato dalla Costituzione - è condizione essenziale dell'esercizio della effettiva sovranità del Paese». Sembra un discorso di routine, in realtà è un avviso ai naviganti. No a patrimoniali, a prelievi forzosi in cambio di Bpt, a mani tese agli aiuti esteri e ad altre ipotesi fantasiose girate in questi giorni. Scordatevi creativi piani B se le stime di crescita non saranno in linea con le azzardate previsioni del governo.

Il risparmio delle famiglie non si tocca perché è un pilastro della «stabilità del sistema economico-finanziario italiano», dice il capo dello Stato, sempre più nei panni del «guardiano della Costituzione». Toni felpati e fermezza nella sostanza, ormai non passa quasi giorno che il Quirinale debba intervenire su Palazzo Chigi in questa veste di controllore. Del resto, come ha spiegato il 18 ottobre, la sorveglianza fa parte del suo ruolo. «Il presidente non si sovrappone all'esecutivo» tuttavia «ha il dovere costituzionale» di indicare gli indirizzi fondamentali nell'interesse della nazione. «Ha il timone e la cassetta degli attrezzi per intervenire «contro ogni smarrimento, deviazione, inerzia».

E il «guardiano» vigila fin dall'inizio dell'avventura gialloverde, anzi aveva già detto la sua prima, bloccando la nomina di Paolo Savona, teorico dell'uscita dall'euro, a ministro dell'Economia. Quest'estate il Colle è entrato più volte in rotta di collisione con Matteo Salvini. Il 26 luglio, ad esempio, ha dato battaglia alla liberalizzazione della vendita delle armi: «L'Italia non può assomigliare al Far West, dove un tale compra un fucile e spara dal balcone colpendo una bambina di un anno». Poi lo scontro si è spostato sull'immigrazione quando, dopo il no del ministro dell'Interno, ha obbligato Conte a far sbarcare la nave Diciotti carica di migranti. E quando Salvini ha protestato contro i magistrati che lo hanno indagato per sequestro di persona, Mattarella ha spiegato che «nessuno è al di sopra della legge».

Il dieci settembre, nuova azione di controllo costituzionale, stavolta per frenare l'assalto dei Cinque stelle alla libertà di stampa: «É il fondamento della democrazia, non si può fiaccarne l'autonomia». In quei giorni se l'è presa pure con i sovranisti che «rischiano di spaccare» l'Europa e con chi «vuole mercanteggiare sul bilancio della Ue» per ottenere più margini. E sulla manovra il controllo del presidente si è fatto sempre più intensa. Il 30 settembre ha criticato l'idea di una Finanziaria in deficit: «La Carta chiede conti in ordine, è in gioco il futuro dei giovani». L'11 ottobre ha difeso Bankitalia, Corte dei Conti e altre autorità attaccate dalla maggioranza perché scettiche sulle scelte del governo.

«Il potere inebria», ha detto prima di spiegare l'importanza in una democrazia della separazione delle funzioni. E una settimana fa è tornato sul «disordine della pubblica finanza» che « può produrre contraccolpi pesanti per le fasce più deboli, per le famiglie che risparmiano e per le imprese». La vigilanza continua.

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