I porti chiusi alle Ong fanno litigare i gialloverdi

Salvini vieta lo sbarco alla nave Open Arms con 300 migranti a bordo. I frondisti M5s: «Non può»

I porti chiusi alle Ong fanno litigare i gialloverdi

«Emergenza di Natale», che in realtà non esiste, annuncia la solita Ong spagnola Open arms con oltre 300 migranti partiti dalla Libia, che voleva sbarcare in Italia. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ribadisce la linea della fermezza e dei porti chiusi. L'immancabile coro buonista capitanato da Laura Boldrini che rilancia il dramma natalizio. E il sospetto di chi monitorizza da vicino i taxi del mare, che la nave di Open arms non sia partita a caso da Barcellona il 15 dicembre. «Le condizioni meteo erano buone per eventuali partenze dalla Libia - conferma una fonte de il Giornale - I trafficanti possono agevolmente controllare in rete su Marine traffic la rotta di Open arms. Far partire i gommoni al momento giusto è facile».

Venerdì mattina la nave dell'Ong spagnola intercetta a 50 miglia da Al Koms, ad Est di Tripoli, un gommone con 111 persone a bordo, «incluse diverse donne che hanno detto di essere incinte». Poi viene avvistata un'altra imbarcazione con «106 persone, tra cui un neonato e un bambino di 7 anni». I migranti parlano di un terzo barcone e alle ricerche partecipa anche un'unità libica, che poi rientra in base. Nel pomeriggio del 21 dicembre Open arms recupera oltre 90 persone sulla terza imbarcazione di migranti.

Gli spagnoli si rivolgono a Malta, il porto sicuro più vicino, che organizza l'evacuazione di «Salí e Sam, madre e figlio neonato», che ha visto la luce due giorni prima sulle spiagge libiche. Però La Valletta si rifiuta non solo di far attraccare la nave umanitaria, ma «nega anche l'approvvigionamento» secondo i talebani dell'accoglienza spagnola, che puntano sull'Italia.

Il ministro dell'Interno Salvini chiarisce subito che non avendo coordinato il soccorso dei migranti «la mia risposta è chiara: i porti italiani sono chiusi! Per i trafficanti di esseri umani e per chi li aiuta, la pacchia è finita». A questo punto si scatena non solo la reazione buonista, ma la fronda all'interno della maggioranza sempre pronta ad attaccare il leader della Lega.

La senatrice Laura Fattori (M5s) dichiara che «i porti non sono chiusi e un eventuale decisione non spetta a Salvini». Alla polemica si aggiunge il solito grillino critico Gregorio De Falco proclamando che l'Italia doveva sottoscrivere l'Ordinamento globale dell'Onu, che avrebbe aperto le porte agli oltre 300 migranti di Open arms.

Le bordate più dure con i riferimenti natalizi, che fanno pensare ad una reazione coordinata, arrivano da Laura Boldrini. L'ex presidente della Camera accusa Salvini di comportarsi «in modo sprezzante nei giorni che precedono il Natale. Dimentica non solo i valori della Costituzione ma anche quelli del Vangelo». Padre Alex Zanotelli sostiene che «è un sacrilegio chiudere i porti a Natale». Gino Strada, fondatore di Emergency, accusa il ministro dell'Interno di «solita volgarità, assenza di umanità e solito bullismo».

Open arms ha lanciato «l'emergenza natalizia», ma in realtà l'Ong sa bene che battendo bandiere spagnola deve essere il paese dove è registrata la nave ad accogliere i migranti. Ieri sera l'unità di Open arms si stava dirigendo verso il porto spagnolo di Algeciras, dopo che il governo di Madrid ha accolto la richiesta di sbarco. L'emergenza natalizia si è sgonfiata, ma all'orizzonte si profila un nuovo problema. Un'altra nave «umanitaria», Sea Watch, ha recuperato davanti alla Libia 33 migranti per poi decidere di rimanere in zona «evidentemente in attesa di altri gommoni» sostiene la fonte del Giornale che segue la situazione.

I tedeschi dell'Ong tedesca non sono

nuovi a battaglie navali con la Guardia costiera libica e scontri con l'Italia. Se intercettano, guarda caso in questi giorni, altri gommoni punteranno con il loro carico di migranti verso le nostre coste proprio a Natale.

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