I ribelli 5s: Beppe, liberaci di Luigi

I grillini scontenti invocano il Garante. Verso la «desistenza» in Calabria

I ribelli 5s: Beppe, liberaci di Luigi

Chiamare Grillo. Linee intasate sulla collina di Sant'Ilario, a Genova, quartier generale del fondatore del M5s. Lo contattano i delusi, un tempo vicini al capo politico Luigi Di Maio, in polemica per la mancata riconferma nei ministeri. L'ex ministro della Sanità Giulia Grillo non manca di evocarlo a ogni apparizione televisiva. Invoca il suo aiuto Barbara Lezzi, già a capo del dicastero per il Sud, infuriata per la decisione di Di Maio di non candidare in Calabria la deputata Dalila Nesci. Il motivo? Il «doppio incarico» che si troverebbe a ricoprire una volta eletta, in Regione e in Parlamento. Il malumore così corre sulle chat dei «portavoce» calabresi, nazionali e locali, che chiamano in causa la deroga concessa a Giancarlo Cancelleri, fedelissimo del leader, nominato viceministro, nonostante il ruolo di deputato regionale nell'assemblea siciliana, l'Ars.

Per Di Maio, come ha chiarito in un faccia a faccia con la Nesci, rischierebbe di crearsi un pericoloso «precedente». Con la Lezzi che è già pronta a chiedere di correre come candidato governatore l'anno prossimo in Puglia. E la Nesci, dopo aver inoltrato informalmente le sue lamentele al Garante, è pronta a stilare un documento scritto, formale, all'indirizzo di Grillo per convincerlo quantomeno a valutare il suo caso. Mentre in Calabria si fa strada l'ipotesi di un «patto di desistenza» con il centrosinistra. Su questo fronte il più attivo è il senatore calabrese Nicola Morra, che pure era considerato vicino alla Nesci. Morra ha dichiarato apertamente: «Stare fermi è la cosa più saggia da fare».

La vicenda calabrese è soltanto uno degli aspetti della corsa verso il comico genovese che si è scatenata negli ultimi mesi. Grillo, ai tempi del governo gialloverde, era sostanzialmente fuori dai giochi interni al M5s. Tornato in pista con la formazione del Conte-bis insieme al Pd, ha aumentato il suo peso politico negli equilibri dei Cinque stelle. Con il premier in difficoltà per spie americane e inchieste in Vaticano, il Garante è tornato a essere il punto di riferimento della galassia parlamentare del M5s, desiderato da tutte le anime del grillismo.

La congiuntura astrale appare perfetta per far sì che le varie correnti archivino l'esperienza di Di Maio alla guida del Movimento. Ma le fonti interne stoppano i retroscena su una presunta scissione guidata dall'attuale ministro degli Esteri. Su un'altra cosa c'è l'unanimità: «Quando andremo a votare è difficile che Di Maio sarà indicato di nuovo come il nostro candidato premier». Lo scenario è in evoluzione, dunque.

E nel bailamme c'è da registrare una novità: la ritrovata sintonia tra Beppe Grillo e Davide

Casaleggio. I due, a partire da quest'estate, hanno ripreso a sentirsi con assiduità. Il braccio aziendale ha accettato la svolta giallorossa e anche da quelle parti la leadership di Di Maio non è più considerata un dato scontato.

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