I turchi offrono la propria bandiera alla nave Aquarius delle Ong per continuare a recuperare migranti nel Mediterraneo e sbarcarli in Europa, prevalentemente da noi. «Abbiamo proposto all'Aquarius di continuare le proprie attività di salvataggio battendo bandiera turca» ha annunciato Kerem Kinik, presidente della Mezzaluna, l'equivalente della Croce rossa in Italia. La nave «umanitaria» è bloccata nel porto di Marsiglia dopo la decisione di Panama di ritirare la bandiera. Ancora prima aveva fatto lo stesso Gibilterra per il modo spregiudicato di Aquarius e del suo equipaggio di recuperare i migranti rifiutandosi di consegnarli ai libici e facendo scattare ogni volta un braccio di ferro con l'Italia che chiudeva i porti.
Kinik ha aggiunto che la Turchia «ospita 4 milioni di rifugiati (soprattutto siriani, nda) e potrebbe risolvere questa situazione, consentendo alla nave di tornare in mare e salvare migranti come ha fatto negli ultimi tre anni» sbarcando quasi 30mila persone quasi tutte in Italia. Le due Ong che gestiscono nave Aquarius, Msf e Sos Mediterranée, hanno lanciato un appello in rete per tornare in mare con tanto di raccolta di firme che è arrivata a oltre 223mila adesioni. «Chiediamo agli stati europei di utilizzare tutte le misure a loro disposizione per permettere ad Aquarius di continuare la missione di salvataggio concedendo una nuova bandiera» è una parte dell'appello delle Ong. Nessun stato membro dell'Unione europea ha risposto per aiutare i «taxisti del mare». Guarda caso lo hanno fatto i turchi, che hanno interesse a sparigliare le carte con l'Europa, che ha congelato l'ingresso di Ankara nella Ue. Non è chiaro dove dovrebbero sbarcare i migranti raccolti da Aquarius con bandiera turca.
Per le Ong, però, sarebbe imbarazzante accettare la bandiera turca, anche se Msf lavora con staff locale e finanzia una missione fra i rifugiati al confine con la Siria. E pure appoggia dalla Turchia alcune strutture sanitarie nelle ultime zone controllate dai ribelli siriani. Però sarebbe difficile giustificare la bandiera turca di fronte alle dure critiche delle associazioni «cugine», come Amnesty international che accusa apertamente il governo di Erdogan di gravi violazioni dei diritti umani.
Il giorno prima della proposta turca è saltato fuori l'appello di una schiera di «buonisti» svizzeri talebani dell'accoglienza, che hanno chiesto al governo elvetico di concedere la bandiera ad Aquarius. La lettera aperta è firmata da diversi personaggi come Carla Del Ponte, ex e discusso procuratore capo del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia.
Anche l'ex presidente del Comitato internazionale della Croce rossa, Cornelio Sommaruga, è uno dei firmatari come un premio Nobel per la chimica, registi ed ex ministri non proprio in sintonia con gli umori del popolo svizzero, che non vuole sentire parlare di nuovi migranti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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