Ingroia si rimette la toga per accusare Cuffaro: "Sua la peggior politica, deve tacere"

L'ex pm attacca l'ex governatore di Sicilia per le sue esternazioni post scarcerazione: lo sfascio della Regione è colpa sua

Ingroia si rimette la toga per accusare Cuffaro: "Sua la peggior politica, deve tacere"

La toga, almeno mentalmente, Antonio Ingroia non l’ha mai abbandonata. E incurante del fatto che il processo cosiddetto Talpe della Dda - quello cioè che è costato a Salvatore Cuffaro la condanna a sette anni per favoreggiamento aggravato alla mafia - ha indirettamente sfiorato anche il suo ex ufficio in procura, visto che l’ex maresciallo della Guardia di Finanza Giuseppe Ciuro, che all’epoca (siamo negli anni ’90) era il suo braccio destro, è stato inquisito e condannato nello stesso processo e per lo stesso reato, torna a vestire idealmente i panni del pubblico ministero e si lancia in una dura requisitoria contro l’ex governatore, «reo», a suo dire, di aver fatto troppe esternazioni dopo la sua scarcerazione, e colpevole soprattutto dello sfascio in cui versa la Sicilia.

Ingroia parla a nome di «Azione civile», il partito nato dalle ceneri di quella «Rivoluzione civile» che con lui candidato premier non è entrata in Parlamento. Ma parla anche come «amministratore» regionale, visto che il governatore Crocetta lo ha messo al vertice di Sicilia E-Servizi, la società informatica che cura una serie di servizi per la Sicilia e che gli è costata anche un’inchiesta. «Si deve riconoscere a Cuffaro - tuona l’ex pm - la dignità con la quale ha affrontato il carcere per regolare i propri conti con la giustizia, cosa, del resto, normale in uno stato di diritto. Ha tenuto finora un dignitoso silenzioso, ma non si proponga proprio lui a dispensare consigli per il bene dei siciliani. Abbia il buon gusto di tacere. Francamente - continua - sono sbalordito dalle ultime dichiarazioni di Cuffaro e dall’assenza di reazioni politiche. Al di là della vicenda giudiziaria, se la Sicilia è ridotta in questo stato, soprattutto sul piano finanziario, Cuffaro ha delle responsabilità enormi».

Quindi, il j’accuse: « Sono sue le principali responsabilità se oggi la mia Regione è in dissesto finanziario, sono sue le responsabilità dei buchi neri, sono sue le responsabilità di tutte le assunzioni clientelari che avvenivano, guarda caso, proprio alla vigilia di elezioni. Insomma, Cuffaro è il rappresentante di una politica che faremmo bene a dimenticare. La Sicilia - aggiunge ancora - vive giorni drammatici a causa di precise colpe della politica. L’Europa chiede indietro le centinaia di milioni sperperati da Cuffaro e dal suo governo.

Cifre milionarie: 376 milioni solo per la formazione, trasformata da occasione di sviluppo e occupazione a mangiatoia per pochi e clientelismo a mani basse; per non parlare delle centinaia di milioni chieste indietro per le spese in favore del “carrozzone mangiasoldi” che fu Sicilia e-Servizi, la partecipata che amministro, quando era struttura al servizio della politica e degli speculatori privati». Insomma, una condanna senza appello.

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