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Integerrima Germania «Per ospitare i mondiali regalò armi all'Arabia»

In cambio dell'appoggio di Riad avrebbe donato al Paese islamico una nave carica di granate a razzo

Armi in cambio della Coppa del Mondo. Non si tratta al momento di un nuovo filone delle indagini dell'Fbi a carico della Fifa, ma sono le rivelazioni del quotidiano tedesco Die Zeit , che potrebbero portare all'apertura di un fascicolo sull'assegnazione dei mondiali del 2006. Secondo Die Zeit la Germania pur di ottenere i voti che le avrebbero consentito di organizzare la kermesse iridata, non avrebbe esitato a fornire armi all'Arabia Saudita che aveva promesso un appoggio iniziale al Marocco. Si sarebbe trattata di corruzione bella e buona, perpetrata dalla federcalcio di Bonn con il sostegno delle più alte sfere politiche tedesche. L'inchiesta del quotidiano non esclude addirittura il coinvolgimento diretto del cancelliere dell'epoca, Gerhard Schroeder. I fatti risalgono al 2000, quando la Fifa dà vita alle votazioni ufficiali per decretare il nome del Paese organizzatore della 18esima edizione del torneo. Il Marocco anelava di ospitare l'evento dopo che nel 1986 l'allora presidente della Fifa, il brasiliano Joao Havelange, aveva promesso solennemente a re Hassan II di premiare il paese maghrebino, salvo poi sposare la causa della Francia. Il Marocco si era letteralmente svenato in spese di infrastrutture (strade, ferrovie e impianti sportivi), per poi rimanere con un pugno di mosche in mano. Quattordici anni dopo il nuovo monarca, re Mohammed VI, figlio del defunto Hassan II, era riuscito a ottenere il sostegno dei paesi arabi per portare a compimento l'antico sogno del padre. Il voto dell'Arabia Saudita veniva considerato decisivo. In questo scenario si sarebbe inserita la Germania, «convincendo» il governo di Riyadh a spostare i suoi voti in cambio di una fornitura di granate a razzo, di produzione tedesca, poi arrivata via nave al porto di Ar Ruays.

Superato così lo scoglio marocchino, ecco che per la Germania ci sarebbe stato da aggirare l'ostacolo del Sudafrica. E qui entra in scena ancora Blatter. Il dimissionario presidente della Fifa aveva garantito ai vertici politici di Johannesburg, e a Mandela in persona, che il 2006 si poteva considerare l'anno del primo mondiale in Africa. Ma qualcosa evidentemente si inceppò quando i colossi dell'industria teutonica, Bayer, Daimler e Volkswagen su tutti, decisero a vario titolo di investire qualcosa come 370 milioni di euro in paesi come Thailandia, Corea del Sud e Giappone, che in un primo momento si erano pronunciati a favore del Sudafrica. Nella votazione finale la Germania superò di un voto gli avversari (12 a 11), con la promessa, questa volta mantenuta da Blatter, di assegnare la Coppa del Mondo ai sudafricani nell'edizione successiva. Uno scenario che si materializzò, lo dice l'Fbi, con una tangente da 10 milioni di dollari transitata dalle mani del segretario generale Fifa Jerome Valcke.

A proposito di mondiali, gli uffici dell'Fbi di Los Angeles convocheranno persone

legate ai comitati organizzatori di Brasile 2014, Russia 2018 e Qatar 2022 per chiarire «il singolare collegamento dell'assegnazione delle ultime tre edizioni del torneo a nazioni leader nella produzione di petrolio e gas».

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