Isis, un bimbo uccide gli ostaggi E l'islam inneggia agli stragisti

Dal Califfato un altro video sanguinario: l'esecuzione di due prigionieri da parte di un bambino. E in Pakistan la piazza urla: «Viva gli attentatori di Parigi!»

Un ragazzino allevato tra le fila dello Stato Islamico usato per uccidere con una serie di colpi di pistola alla testa due presunte spie dell'intelligence di Mosca. Una delle più alte autorità islamiche egiziane, la «Dar el Iftaa» responsabile degli editti religiosi, meglio conosciuti come fatwe, che condanna il nuovo numero di «Charli Hebdo» con una nuova caricatura di Maometto in copertina. Ed infine da Peshawar, il capoluogo delle turbolente provincie nord occidentali del Pakistan, la notizia di una manifestazione in onore dei due fratelli Cherif e Said Kouachi celebrati come martiri da una folla che per tutta la giornata di ieri ha inneggiato a nuovi attacchi al settimanale satirico colpevole di esporre al ridicolo il Profeta. Il divario tra l'Occidente e il mondo islamico sembra dunque destinato ad allargarsi.

Il tutto mentre dal Califfato arrivano nuove immagini dell'orrore. L'uccisione di Mamayev Jambulat Jesenjanovich, 39 anni, e Ashimoi Sergei, 30 anni, due presunte spie dell'Fsb, l'agenzia d'intelligence russa erede del Kgb, è uno dei filmati più choccanti fra quelli diffusi da AlHayat Media Center il centro di propaganda del Califfato. Tutto inizia con l'interrogatorio dei due «colpevoli» costretti a confessare davanti alla telecamera di essersi infiltrati tra le fila dello stato Islamico per passare informazioni all'intelligence di Mosca e preparare l'uccisione di un comandante del Califfato. Ottenuta la confessione s'alza il sipario dell'orrore.

Un orrore affidato stavolta non ad immagini truculente e sanguinarie, ma al volto imberbe e agli occhi spiritati di un ragazzino quindicenne incaricato di sparare un colpo nella testa di Sergei e tre in quella di Jambulat per poi alzare la pistola in segno di trionfo. Ma se a quelli orrori e a quella disumanità ci siamo in parte abituati più stupefacente è vedere come neppure il massacro di 12 persone a Parigi induca al silenzio le autorità islamiche. Per «Dar el Iftaa» la «Casa della Fatwa» il nuovo numero di Charlie Hebdo è «una provocazione non giustificabile dei sentimenti di 1,5 miliardi di musulmani nel mondo». La nuova serie di vignette - a dar retta all'istituzione islamica - «causerà una nuova ondata di ostilità in seno alla società francese e occidentale» e approfondirà i sentimenti di odio e razzismo tra musulmani e altri». Sentimenti di odio esibiti con estrema disinvoltura durante la manifestazione nel nord ovest del in Pakistan guidata dall'imam estremista Maulana Pir Mohammad Chishti.

La dimostrazione ha riunito un centinaio di persone che sono sfilate inneggiano ai «martiri» Kouachi e invocando la «morte per Hebdo».

«Questi due fratelli hanno pagato a nome di tutti i musulmani nel mondo e noi auguriamo loro salute e rispetto» - ha detto l'imam Chishti, mentre la folla alzava e baciava i poster con le fotografie degli attentatori, al grido di «lunga vita a Cherif Kouachi e a suo fratello Said Kouachi».

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