Italia in missione anti-sbarchi: lezioni agli africani

Progetto di due anni con le polizie. L'annuncio di Gabrielli: «Obiettivo regolamentare i flussi»

Italia in missione anti-sbarchi: lezioni agli africani

L'Italia, a partire da domani, addestrerà gli agenti di 22 Paesi africani in un'ottica di regolamentazione e contrasto dei flussi migratori. Il progetto, fortemente voluto dal ministero dell'Interno, prende il nome di Itepa (International training center at the Egyptian police academy) ed è strutturato come iniziativa pilota a livello europeo della durata biennale. A inaugurarlo al Cairo sarà proprio il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli.

Lo scorso 13 settembre, infatti, il direttore dell'accademia di Polizia egiziana e il direttore centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle frontiere, prefetto Massimo Bontempi, hanno siglato un protocollo tecnico che consentirà ai poliziotti di Egitto, che è partner dell'Italia nel piano, Algeria, Burkina Faso, Ciad, Costa d'Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti, Ghana, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Morocco, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Sudan del Sud, Tunisia, di essere formati sui temi migratori, in modo da conoscere le leggi che regolamentano il settore ed essere in grado di distinguere eventuali clandestini non aventi diritto all'accoglienza, ma anche profughi in fuga da zone di conflitto, al fine di soccorrerli. Si tratta di un'iniziativa pilota che vedrà un totale di sei corsi, ovvero tre per ogni anni, ciascuno della durata di quattro settimane, per la formazione di 360 funzionari di polizia e ufficiali di frontiera dei Paesi africani interessati dal fenomeno migratorio.

Gli agenti che avranno seguito il corso potranno diventare a loro volta istruttori, visto che saranno poi in grado di formare altro personale nei rispettivi territori, seguendo il principio dell'insegnamento a cascata.

L'offerta formativa prevede lezioni che saranno tenute da agenti italiani della Polizia di Stato, ma anche da esperti della Polizia egiziana, oltre che da trainers incaricati dalle varie organizzazioni internazionali e agenzie europee, in materia di gestione dei flussi migratori misti, indagini contro il traffico migranti e reati connessi, controlli di frontiera e falso documentale, con una costante attenzione alla promozione e alla tutela dei diritti umani e alle procedure di protezione internazionale. Lo scopo che ci si prefigge è quello di riuscire a fondere diverse culture professionali e operative in modo da mettere in contatto tra loro gli ufficiali e funzionari dei diversi Paesi, al fine di fare rete nel contrasto ai flussi migratori e, soprattutto, al traffico illegale di esseri umani.

L'avvio dell'iniziativa è previsto al Cairo con un workshop di alto livello che si terrà domani e dopodomani e a cui parteciperanno, oltre agli aderenti al progetto, anche rappresentanti di Commissione europea, Frontex, Europol, Interpol, Unodc, Unnhcr e Oim, anche se è stata invitata anche l'Unione africana, da cui si attende conferma.

Il tutto si concluderà nel dicembre 2019, quando si terrà, presumibilmente a Roma, una conferenza di chiusura nel cui corso si deciderà se proseguire o meno nel progetto che fa parte di un piano più ampio avviato in questi mesi su volontà del ministro dell'Interno Marco Minniti, il quale ha operato nell'ottica di un blocco delle partenze o, almeno, in un ridimensionamento dei flussi migratori.

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