Politica

Italiani sempre più ostili verso gli immigrati

Il 44% degli intervistati contrario agli sbarchi. Giovani più intransigenti

G li italiani sono sempre più ostili nei confronti degli immigrati. Ciò spiega in buona misura l'insistenza di Matteo Salvini su questo punto, sia sul piano delle azioni di governo, sia, specialmente, su quello mediatico. In altre parole, il leader della Lega «cavalca» un sentimento diffuso in misura crescente tra la popolazione del nostro Paese, contribuendo, per parte sua, a intensificarlo. È ciò che emerge da un sondaggio effettuato nei giorni scorsi dall'Istituto Eumetra MR di Milano, intervistando un campione rappresentativo dei cittadini al di sopra dei 18 anni di età. La ricerca viene ripetuta periodicamente, ponendo sempre le medesime domande con identica formulazione: in questo modo, è possibile verificare i mutamenti intercorsi nel tempo nelle opinioni e negli atteggiamenti.

Se ne rileva principalmente un sostanziale incremento nel numero di coloro che affermano che «bisogna respingere tutti gli immigrati perché l'Italia non può accoglierne ancora». Costoro erano il 36% un anno fa, nel 2017 (e ancora meno negli anni precedenti) e sono ora il 44%, arrivando così a costituire la maggioranza relativa degli intervistati. Viceversa, si erode (dal 43 al 37%) la quota di chi assume una posizione intermedia, sostenendo che «bisogna accogliere solo i profughi e respingere gli immigrati per motivi economici». Ormai solo una minoranza (18%) auspica invece l'accoglimento di tutti gli immigrati.

È significativo il fatto che la maggiore intransigenza è correlata inversamente con l'età, nel senso che tra gli intervistati più giovani (sotto i 35 anni di età) prevale e raggiunge addirittura la metà degli interpellati l'opzione che chiede il respingimento totale di chi tenta in qualsiasi modo di raggiungere illegalmente il nostro Paese. Viceversa, tra i più anziani (dopo i 50 anni) si riscontra un atteggiamento più moderato e possibilista. I giovani, insomma, appaiono relativamente più sostenitori dell'approccio auspicato da Salvini, forse anche perché si sentono più minacciati sul piano lavorativo. A questo riguardo e non a caso esaminando la distribuzione professionale degli intervistati, si rileva una maggiore ostilità verso i flussi migratori da parte di operai, commessi, uscieri e, in generale, occupazioni meno remunerative e in qualche misura più «contendibili» dagli immigrati, anche da quelli regolari. Mentre si riscontra una accentuazione relativa nell'apertura ai flussi migratori tra chi esercita professioni più redditizie come imprenditori, dirigenti e liberi professionisti (nonché casalinghe, che in genere hanno un'età più elevata). Ancora, si nota una più marcata chiusura nei confronti degli immigrati nelle aree territoriali a maggior preferenza leghista, in particolare nel Nord-Est. Infatti, è proprio tra gli elettori della Lega che si rileva un'accentuazione di chi non vuole più accettare immigrati. Viceversa, tra i votanti per Forza Italia e per il Pd emerge una più diffusa presenza delle risposte tendenti a distinguere (e a escludere) gli immigrati per motivi economici dagli altri profughi.

Sul tema dei flussi migratori si registra un'attenzione crescente e una sempre maggiore adesione alla linea dura adottata dal governo. È vero come ha sottolineato tra gli altri Alberto Alesina in un editoriale sul Corriere della Sera che in realtà i flussi sono diminuiti e che la presenza di immigrati in Italia è percentualmente assai inferiore a quella riscontrabile in altri Paesi europei. Ma è vero anche che la questione dei flussi migratori è molto visibile (l'esperienza quotidiana di ciascuno di noi lo prova) e, anche per questo, colpisce negativamente l'opinione pubblica.

Con l'effetto di una sempre maggior chiusura, anche psicologica ed emotiva.

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