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Non mandate al Colle l'ennesimo servo di Bruxelles

I nomi di Prodi, Amato e Severino lasciano allibiti gli italiani che credevano di essersi liberati per sempre di simili personaggi. Ma ci ricordano che proprio da queste persone siamo stati venduti alla Ue

Non mandate al Colle l'ennesimo servo di Bruxelles

Nessun popolo è stato tradito durante tutta la sua storia dai suoi governanti in maniera così determinata, cinica, perversa quanto gli italiani. Governanti che, a partire dal predominio del cristianesimo, hanno odiato, disprezzato, calpestato i loro sudditi in modo tale che la storia degli italiani potrebbe configurarsi come una «storia per tradimenti».

Se si esclude la breve parentesi del periodo del Risorgimento, non si vede altro che i detentori del potere intenti al disprezzo, ossia a poggiare i piedi sugli italiani come «corpo», come pedana dalla quale slanciarsi per raggiungere i propri scopi, offrendo ai magnati di turno, di volta in volta papi, re, imperatori, dittatori, banchieri, commissari europei, il territorio, l'indipendenza, la civiltà italiana. L'Italia è il loro «mezzo», il loro ricchissimo patrimonio-strumento.

Così ha fatto Prodi da quando si è presentato sulla scena politica offrendo l'Italia alla super loggia di Bruxelles: senza lo Stato italiano, senza il territorio italiano, senza la civiltà italiana, nessuna Europa unita è possibile. Altrettanto ha fatto e sta facendo Renzi: le sue famose «riforme» non sono altro (come ripete con vigliacca soddisfazione il ministro Padoan) che l'esaudimento delle pretese dei commissari europei. Bruxelles, del resto, è talmente sicura che il nostro capo del governo sia al proprio servizio che Renzi può permettersi d'ingannare gli italiani lanciando ogni tanto con la sua abituale villania qualche finta sbruffonata contro l'Europa senza turbare nessuno. Renzi del resto è un politico che aspira alle cariche più alte: l'impero europeo è stato costruito appositamente per questo tipo di politici, calpestando ogni diritto del popolo italiano.

«Meno tasse, meno tasse, meno tasse», grida Berlusconi. Ma il problema delle tasse è nato con gli obblighi dell'Unione europea, con il fiscal compact, con i limiti di bilancio imposti da Bruxelles, con la montagna del debito pubblico, con la rinuncia alla sovranità monetaria, non per un capriccio di Renzi. Berlusconi dovrebbe dire con più forza che il problema vero dell'Italia è la sua appartenenza alla Ue e alla moneta unica. In una democrazia il compito dell'opposizione è quello di opporsi, altrimenti si suicida, ma uccide anche la democrazia. La Consulta ha forse dichiarato che non è valida la sentenza con la quale ha sancito l'illegittimità della legge elettorale?

Un'opposizione degna di questo nome non dovrebbe mai aver paura delle elezioni e avrebbe dovuto obbligare le forze politiche a rientrare con il voto nell'ambito della legittimità. L'attuale degrado anche morale in cui vive l'Italia con gli scandali che scoppiano ogni giorno nell'ambito dei politici e degli amministratori deriva anche da questa atmosfera di abbandono di ogni norma scaturito dall'illegittimità generale.

Quale validità possono riconoscere i cittadini a un governo non eletto da nessuno, che cambia la Costituzione con un Parlamento illegittimo e che si appresta a nominare il presidente della Repubblica con elettori illegittimi? Sarebbero sufficienti i primi nomi venuti alla ribalta come quelli di possibili presidenti della Repubblica (Prodi, Amato, Severino), lasciando allibiti gli italiani che credevano di essersi liberati per sempre di simili personaggi, a ricordarci invece che proprio da queste persone siamo stati venduti alla Ue e che è ancora dalla Ue che siamo governati.

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