Torino - Per cercare di risolvere il giallo che avvolge il suicidio di Raffaello Bucci, uno dei leader dei «Drughi», gli ultrà della Juve, la procura di Torino ha disposto il sequestro dei due telefoni cellulari trovati nella sua vettura, abbandonata sul viadotto dell'autostrada Torino-Savona e dal quale Bucci si è buttato giovedì scorso. Nello stesso giorno della sua morte, la squadra mobile di Torino, si è recata a Margherita - piccolo comune in provincia di Cuneo dove viveva l'ultrà juventino, per cercare nella sua abitazione elementi utili a capire il perché abbia deciso di togliersi la vita, poche ore dopo essere stato ascoltato come persona informata sui fatti dal pm torinese della Dia Monica Abbatecola nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto di 18 persone accusate di associazione mafiosa. Tra i nomi di spicco emersi nell'indagine, oltre a quelli di presunti boss e malavitosi, anche quello di Fabio Germani, storico capo ultrà bianconero. Nell'abitazione di Margherita, oltre ad alcuni effetti personali, gli inquirenti hanno sequestrato due computer, che saranno analizzati nei prossimi giorni. Intanto l'autopsia sul corpo di Bucci che all'ospedale di Cuneo era arrivato ancora vivo - conferma che l'uomo è morto per i «politraumi causati dalla caduta». Se non ci sono dubbi che l'uomo si sia suicidato, gli inquirenti vogliono capire se sia legato all'indagine inerente all'infiltrazione della 'ndrangheta nella curva bianconera e al business del bagarinaggio.
Per trovare la chiave del giallo forse bisogna tornare al gennaio 2014, quando Bucci abbandona la curva bianconera. Autentico tesoriere degli ultrà, si fa da parte per non meglio precisati dissapori con gli altri capi. Quando fa rientro allo Stadium, lo scorso anno, ha cambiato divisa. Indossa una tuta del club: è diventato «supporter liaison officer», figura introdotta dal regolamento Fifa come anello di collegamento tra tifoseria e società. Ciccio, come lo chiamano nell'ambiente, riceve grandi apprezzamenti dal club. Per gli ultrà, invece, è «l'infame», perché parla con la polizia e sta dall'altra parte della barricata. Il giorno prima di suicidarsi, la procura di Torino lo convoca in merito all'inchiesta sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in curva e lui è costretto a ripercorrere quella delicata stagione 2013-14, quando gli investigatori documentano le relazioni tra i membri della famiglia Dominello, clan collegato alla cosca Pesce-Bellocco di Rosarno, e la tifoseria bianconera. L'obiettivo è entrare nella curva, con il nuovo gruppo ultras «I Gobbi» e mettere così le mani sul business dei biglietti. Il capo del sodalizio è Fabio Farina, accusato di aver sparato a maggio del 2013 alcuni colpi di pistola contro una nota discoteca di Torino dopo una discussione con la security. Il racconto di Bucci al pm però è lacunoso.
Magari aveva paura che quelle sue «relazioni pericolose» venute a galla con l'inchiesta della Dia torinese, mettessero a rischio il suo nuovo incarico alla Juve. O forse a intimorirlo è stato qualcuno che non poteva rischiare che Ciccio, con le sue dichiarazioni, rivelasse un mondo criminale che gira intorno alle partite di calcio.
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