L'Africa chiude l'epoca delle stragi dei bracconieri

Giro di vite sulla caccia grossa illegale e l'uccisione di cuccioli di rinoceronte: condanne record anche ai ladri di corno

L'Africa chiude l'epoca delle stragi dei bracconieri

«Una truppa di venditori clandestini di animali composta da Paul Weir, Tanya Rawlins e Carl Marley si avventura nelle terre dell'Africa con lo scopo di catturarne alcune rare specie. Ottengono il permesso da Re Ferrod e cominciano l'operazione, ma presto Tarzan, Piccolo e la simpatica Cita daranno loro filo da torcere». Così, su Wikipedia , la trama di Tarzan e i cacciatori bianchi , film del 1947 con Johnny Weissmuller, il primo palestrato della storia del cinema che interpretava il Signore delle Scimmie con la stessa espressività di un comò. Anche lì, come in Tarzan e i cacciatori d'avorio , la figura del cacciatore bianco in Africa con i portatori neri e il suo micidiale moschetto contro due zanne o due corna, a noi ragazzini degli anni Cinquanta non piaceva per niente. Sarà che a far la parte del cacciatore c'era sempre il solito milionario con certi baffetti da cui stillava disprezzo e lo sguardo perfido; sta di fatto che noi eravamo tutti per Tarzan, naturalmente, e per i poveri animali maltrattati dall'uomo. Anche se il leone, con quei dentoni...

Non avevamo ancora una coscienza ecologica. Parole come eco-sostenibilità, riscaldamento globale e animalismo non erano apparse all'orizzonte. Ma già faceva capolino, come si dice oggi, una certa sensibilità verso i temi ambientali e un'accorata simpatia per certe specie animali che, avremmo imparato di lì a poco, erano «in via di estinzione». Insomma, dai film di Tarzan fino all'imbarazzante re Juan Carlos di due anni fa, con lo schioppo e il piede instivalato sul leone abbattuto, il cacciatore bianco - specie questa che davvero ci piacerebbe vedere in via d'estinzione - non ci è mai andato a genio. Faceva molto macho , una volta, e conferiva status , il safari. A patto ovviamente di avere un pacco di soldi da scialare in viaggio, attrezzature, portatori, guide, amanti platinate, impagliatori di teste. Celebre, fra principi e grandi industriali, divi del cinema ed ereditiere, quel famoso americano: quello con barba, che pescava i marlin a Cuba e poi si sparò, e che godeva a vedere la morte violenta (lo faceva sentire «vivo», diceva) di grossi animali, fossero tori, o leoni o elefanti. Hemingway, voglio dire.

Figuratevi dunque la goduria quando ieri abbiamo appreso dei 77 sonori anni di carcere inflitti dalla giustizia sudafricana a un bracconiere arrestato tre anni fa all'interno del celebre Kruger National Park dopo aver ucciso tre cuccioli di rinoceronte. Mandla Chauke, si chiama il cialtrone. E il nome di questo grandissimo imbecille ci conferma un sospetto che coltiviamo da tempo. E cioè che il cacciatore bianco è diventato nero. Altri 16 anni di carcere, recentemente, sono stati comminati a due cittadini del Mozambico, anch'essi ladri di corno di rinoceronte (che siccome ci tiene, in genere se lo fa togliere dopo essersi fatto ammazzare).

Il Kruger Park, una delle bellezze del paese al confine con il Mozambico, è costantemente violato dai bracconieri che da gennaio a oggi, dicono le agenzie, hanno ucciso almeno 370 esemplari. Mentre solo in Sudafrica, dall'inizio dell'anno, i rinoceronti ammazzati sono già 558. E 62 i bracconieri finiti dietro le sbarre.

Il motivo di questa demenza (dei rinoceronti ammazzati, dico, non degli arresti) è quello di sempre. La polvere di corno va per la maggiore, in Cina e in altri paesi asiatici dove gli uomini, essendo afflitti (la natura ha le sue imperscrutabili ragioni) da certe modeste dimensioni anatomiche - accompagnate, giocoforza, dopo una certa età, a svogliatezza cronica - cercano in un elisir a base di corno di rinoceronte improbabili riscatti a certe verticali male figure che potrebbero essere affrontate a incruenti colpi di Viagra.

Purtroppo non sono solo i rinoceronti a far le spese del cosiddetto «cacciatore bianco». Sul finire della scorsa primavera i bracconieri sono tornati in azione nel Kruger Park mettendo nel mirino un elefante, il primo dopo dieci anni. E questo, dicono i ranger che sorvegliano la riserva e contingentano gli abbattimenti di animali selvaggi (esemplari malati o in soprannumero) lascia temere che possa essere il primo di una lunga serie. Anche stavolta, naturalmente, all'elefante erano state strappate le zanne.

In attesa di poter scrivere un articolo per dare notizia del primo bracconiere a cui sono state strappate le corna, prima di sbatterlo in galera, chiudiamo qui ricordando sommessamente che sarebbe bastato chiedere agli Indiani d'America, la cui economia ruotava intorno alla caccia al bisonte, cosa accadde quando i bisonti sparirono, sterminati a fucilate ( Balla coi lupi ) da chi voleva solo la loro pelliccia. Ma questa è un'altra storia.

di Luciano Gulli

Gli anni di carcere dati al bracconiere che ha ucciso tre cuccioli di rinoceronte

al Kruger National Park

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