L'allarme di Forza Italia: "Il reddito di cittadinanza così finirà pure ai pedofili"

FI con un emendamento nella Commissione Giustizia della Camera lancia l'allarme sui beneficiari del reddito di cittadinanza

L'allarme di Forza Italia: "Il reddito di cittadinanza così finirà pure ai pedofili"

Con un emendamento che porta tra le altre la firma di Zanettin, Siracusano, Polverini e Bagnasco, FI nella Commissione Giustizia della Camera lancia l'allarme sui beneficiari del reddito di cittadinanza: vanno anche - questa la tesi - a chi ha commesso dei reati gravi. "L'emendamento amplia - si legge nel testo - la categoria delle condanne a cui consegue di diritto l'immediata revoca del beneficio del reddito di cittadinanza con efficacia retroattiva, e il beneficiario è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente percepito, inserendo tutti i reati per i quali è attualmente previsto il divieto di concessione dei benefici penitenziari", si legge nel testo in cui si chiede che "in pendenza di procedimento penale in relazione" a reati gravi "l'Inps può sospendere in via cautelativa l'erogazione del beneficio".

"Il numero di reati - spiega ancora l'azzurro Zanettin - per i quali viene esclusa la possibilità nell'articolo 7 di prevedere il reddito è troppo limitato. Si parla di associazione mafiosa, ma per esempio un pedofilo potrebbe ottenerlo". Nel parere votato dalla maggioranza si sottolinea "l'opportunità di chiarire se nella fattispecie delittuosa ivi prevista rientri anche l'ipotesi in cui la finalità consista nel conseguimento di una misura differente da quella effettivamente spettante del reddito di cittadinanza". Altro passaggio del parere della maggioranza: all'articolo 7 si valuti l'opportunità di ampliare il catalogo di reati da cui consegue, in presenza di una condanna definitiva o di una sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, la revoca del beneficio con effetti retroattivi".

Ed ancora: "Si valuti l'opportunità di prevedere all'articolo 2 del provvedimento, tra i requisiti necessari per l'accesso al beneficio, l'assenza di condanne definitive o di sentenze di applicazione della pena su richiesta delle parti per tali reati". FI ha votato contro il parere. "È troppo generico", osserva ancora Zanettin.

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