La sfida del governo: un autunno caldo da disinnescare subito

La manifestazione della Cgil ha rotto il clima di consenso. Al ritorno dall'Australia Renzi dovra decidere se abbassare i toni

La sfida del governo: un autunno caldo da disinnescare subito

Rottamare il sindacato non è per nulla facile. E, soprattutto, rischia di non essere affatto indolore. Lo sanno bene dalle parti di Palazzo Chigi, dove c'è chi ha notato come il fatto «nuovo» che potrebbe aver contribuito al crollo dei consensi dell'ultimo mese potrebbe essere proprio il braccio di ferro tra Renzi e la Cgil. In poco più di 30 giorni – almeno stando alla rilevazione Demos per Repubblica di domenica scorsa – la fiducia nel governo è scesa al 43%, ben 13 punti in meno. E pure il gradimento nel premier è calato di 10 punti (da 62 a 52), una curva discendente che si riflette anche sul piano elettorale, con un Pd che scivola dal 41 al 36,3%. Tutto questo proprio dopo la manifestazione contro il Jobs Acts che, stando a quello che dice la Cgil, avrebbe visto in piazza a Roma un milione di persone.

Ora, al netto dei numeri che in questi casi sono sempre opinabili, non c'è dubbio che la manifestazione del 25 ottobre – non si era mai visto il sindacato schierarsi contro un governo di centrosinistra su un tema così delicato come il lavoro - ha di fatto rotto un clima di consenso sociale generalizzato che si è respirato fino ad oggi intorno a Renzi. Ed è probabile che questo abbia in buona parte contribuito ad intaccare il gradimento verso il premier. Al suo rientro dall'Australia, dunque, non è escluso che il segretario del Pd debba ragionare sull'eventualità di abbassare i toni nei confronti della Camusso. E, magari, sminare lo sciopero generale in programma per il 5 dicembre. Certo, ieri ci ha già pensato l'Autorità di garanzia per gli scioperi, che ha dichiarato l'agitazione in parte illegittima (l'intero comparto del trasporto ferroviario dovrà essere escluso). E pure la leader della Cisl Furlan ha avuto parole critiche verso la Cgil («in questi anni ha fatto tanti, tanto scioperi da sola e non mi pare che il risultato sia stato eclatante»), a conferma che il fronte sindacale non è compatto.

A Palazzo Chigi, però, c'è chi attende il rientro di Renzi dal G20 di Brisbane per mettere all'ordine del giorno la questione del rapporto con il sindacato. Che Renzi vorrebbe – con molte buone ragioni – rottamare, ma che comunque resta uno dei bacini elettorali del centrosinistra. Ieri la Camusso ha dato il via con Brunetta ad una serie di colloqui chiesti dalla Cgil con i presidenti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato.

E a sera si è seduta insieme ai segretari di Cisl, Uil e Ugl per discutere con il ministro Madia e il sottosegretario Delrio della riforma della Pubblica amministrazione e della legge di Stabilità. Si tratta, ma sullo sfondo resta il rischio di un autunno caldo che per Renzi potrebbe non essere indolore.

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