Il puzzle del dopo voto allontana le elezioni anticipate

Il paradosso di una tornata elettorale che segna il primo deciso passo falso di Renzi è che con ogni probabilità il risultato delle Regionali contribuirà a blindare il governo

Matteo Orfini ed Ettore Rosato
Matteo Orfini ed Ettore Rosato

Il paradosso di una tornata elettorale che segna il primo deciso passo falso di Renzi è che con ogni probabilità il risultato delle urne contribuirà a blindare il governo. Si allontana, insomma, l'ipotesi di elezioni anticipate nel 2016.

La sensazione, infatti, è che quasi tutti i protagonisti in campo abbiano bisogno di tempo per riordinare le idee e organizzarsi come si deve per giocare la partita delle prossime politiche. A cominciare dal premier che oggi vede certamente più lontano quel progetto di Partito della Nazione di cui un Pd al 40% poteva essere l'embrione. Il risultato delle Europee di un anno fa, infatti, è ormai un ricordo sbiadito e Renzi è oggi costretto a confrontarsi con un Pd ridimensionato al 25% (dato che però non tiene conto delle liste civiche) e scosso dalle guerre intestine. Un risultato decisamente inatteso, che secondo molti osservatori è anche la conseguenza di una certa insoddisfazione dell'elettorato verso un governo che negli ultimi mesi sembra aver dimenticato i temi economici. Tanto impegno sul fronte delle riforme istituzionali con la lunga marcia parlamentare per approvare in fretta e furia l' Italicum pare abbiano creato più di qualche perplessità. E in questo senso non è un caso che la Lega, il partito che è andato meglio in questa tornata elettorale, abbia invece puntato molto proprio su temi come l'euro, le tasse e l'occupazione.

Come già accaduto nel resto d'Europa, dunque, anche in Italia le elezioni di midterm non premiano i governi in carica. Ne sanno qualcosa Hollande in Francia e Rajoy in Spagna. È toccato anche a Renzi ed è probabile che il leader del Pd ora si prenda il suo tempo per risolvere le beghe interne al suo partito e ricalibrare l'azione di governo, magari sfruttando anche l'annunciata ripresa economica dei prossimi anni. Anche sul versante opposto c'è bisogno di tempo. A Silvio Berlusconi per provare a riunire l'area di centrodestra. Perché per essere una valida alternativa a Renzi - lo insegna la vittoria di Toti in Liguria - l'unica soluzione è quella di tenere insieme tutti i partiti dell'area moderata, da Alfano a Fitto passando per Tosi e Passera. Ma di tempo ha bisogno anche Salvini se davvero vuole proporsi come possibile leader di tutto il centrodestra.

Un passaggio del genere, infatti, implica una svolta «moderata» del segretario della Lega. Che, forse proprio in quest'ottica, la prossima settimana ha deciso di accettare l'invito al meeting dei giovani di Confindustria a Santa Margherita Ligure.

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