Roma - Un Mezzogiorno a misura di reddito di cittadinanza. Il Sud e le Isole, infatti, nel 2018 hanno conservato l'ultimo posto in Europa per l'occupazione dei giovani e delle donne. I disoccupati di lunga durata (cioè senza impiego da almeno 12 mesi) tra Sud (594mila) e Isole (312mila) l'anno scorso erano circa 900mila. Il numero è di una volta e mezza superiore al dato registrato nell'intera Germania (600mila), Paese nel quale vivono oltre 82 milioni di persone a fronte dei 20,6 milioni residenti nel Sud. La fotografia scattata da Eurostat sui disoccupati di lunga durata nel 2018 ha evidenziato che in Italia sono diminuiti fissandosi a 1,6 milioni di unità (-81.600) ma rappresentano il livello più elevato nell'Unione europea. Campania (286mila) e Calabria (105mila) contano insieme più long-term jobless dell'intero Regno Unito (352mila).
Nell'Europa a 28 nel 2018 c'erano 7,3 milioni di disoccupati di lunga durata (-1,1 milioni sull'anno precedente), circa un milione in più rispetto al 2008, data di inizio della crisi. In Italia la disoccupazione di lunga è più che raddoppiata rispetto al 2008 quando erano senza lavoro da oltre 12 mesi solo 752mila persone. In Germania l'andamento è stato opposto rispetto al nostro Paese con 1,6 milioni di disoccupati di lunga durata nel 2008 e un milione in meno (600mila) dieci anni dopo. In Italia chi è senza occupazione da oltre 12 mesi rappresenta il 58,1% della disoccupazione complessiva a fronte del 43,2% nell'Ue a 28 e del 40,9% in Germania ma le differenze sono molto significative sul territorio. Nella provincia di Bolzano meno di un quarto dei disoccupati (il 23%) non ha lavoro da più di un anno (il 31% a Trento) mentre in Calabria la percentuale sfiora il 70% (il 69,6%, al livello più alto dall'inizio della crisi economica quando era al 50,5%). In Emilia Romagna il tasso dei disoccupati di lunga durata sul totale della disoccupazione è in media europea (41,4%) anche se di molto superiore al 25,9% del 2008. Dall'inizio della crisi l'Italia ha registrato una crescita significativa della forza lavoro grazie all'aumento della partecipazione delle donne e alla stretta sulle regole per l'accesso alla pensione con la permanenza in ufficio della fascia più anziana della popolazione. Ma se l'occupazione, dopo un forte calo è tornata sui livelli precrisi, per la disoccupazione si è avuto un aumento significativo. Nonostante l'occupazione femminile in Italia sia cresciuta (era al 49,5% nel 2018 dal 48,9% del 2017), si allarga ancora il divario con il tasso medio di occupazione femminile in Europa (63,3%).
«Il Paese è in stagnazione, i dati della disoccupazione sono allarmanti e
non è vero che le tasse sono diminuite, ma sono aumentate di un punto percentuale perché con il reddito di cittadinanza si è dovuto rinunciare alla flat tax», ha commentato Mariastella Gelmini, capogruppo Fi alla Camera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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