Alla fine la notizia è trapelata finendo sulle pagine dei giornali. Una notizia che si voleva tenere riservata per non rovinare l'effetto sorpresa. A fine aprile farà la sua comparsa in libreria la nuova fatica editoriale di Enrico Letta. A pubblicarla sarà ancora Mondadori, che nel 2009 stampò Costruire una cattedrale , sorta di manifesto di politica economica dove si ventilava addirittura l'ipotesi di modificazioni dell'organizzazione sociale per tornare a vedere nel futuro una sfida per tutta la collettività presa nel suo insieme.
I più maliziosi tra gli osservatori politici già giurano che il nuovo libro si risolverà in una sorta di vendetta mediatica - cucinata a freddo - nei confronti di chi l'ha pugnalato e defenestrato, canzonandolo pure con una slogan che ancora echeggia nelle orecchie di tutti: #enricostaisereno . I meno maliziosi (e più informati) confermano, invece, che si tratta di una sorta di diario dei suoi dieci mesi di governo. Per spolverare i suoi meriti e - soprattutto - per mettere nero su bianco il controverso rapporto con il Pd. Per difendere, poi, l'operazione Mare Nostrum e per bocciare senza appello la mossa furbetta degli 80 euro in busta paga: «Ricalca cattivi esempi del passato». Mossa, quest'ultima, non proprio in linea con la tradizione del centrosinistra e atta solo a indebolire le finanze pubbliche e ad aumentare il deficit. Il libro conterrebbe molte critiche a Renzi che definisce «uno che non mantiene la parola data» e «politicamente inaffidabile».
Di sicuro il volume sarà un successo. Sono in tanti infatti a voler sapere il perché di un «ritiro dalla scena» lontano dagli obiettivi e flash del circolo mediatico. D'altronde Enrico Letta è un italiano atipico. Tra le qualità che nessuno può negargli ci sono infatti il basso profilo, la serietà e la coerenza. Quest'ultima è merce rara - solitamente - tra i politici. Ma è del tutto assente nel suo successore sulla poltrona di premier. Quel Renzi che aveva giurato e spergiurato che mai avrebbe varcato il portone di Palazzo Chigi senza essere passato preventivamente per il voto popolare e che mai avrebbe scalzato lo stesso Letta, tanto da far diventare un motto di spirito il suo slogan #enricostaisereno .
Se poi si guarda all'attività parlamentare dello stesso Letta in questi ultimi dodici mesi, ci si rende conto che il tempo dedicato alla riflessione ha abbondantemente superato quello preposto all'azione. Secondo quanto documentato dalla associazione Openpolis (che monitora le attività parlamentari), Letta è tra i deputati meno attivi con un basso tasso di presenza in aula (soloil 23% dall'inizio della legislatura). Questo non vuol dire, però, che l'allievo di Nino Andreatta non faccia politica. È molto attivo sul piano dello studio degli scenari internazionali e dell'economia. Gira il mondo tra convegni, seminari, tavole rotonde forte del motto dell'Aspen institute (di cui è vicepresidente) «insegnare è fare politica». Tra le sue ultime uscite segnaliamo un dibattito con Landini organizzato dalla rivista Limes , e l'esultanza, su Twitter , per l'elezione di Mattarella al Quirinale. Per il quale si è permesso di svelare, una volta tanto, sé e suoi sentimenti: «A Montecitorio felice di aver votato #SergioMattarella nuovo presidente della Repubblica».
Gli anni che ha ricoperto la carica di eurodeputato dal 2004 al 2006. Dal 2001 è deputato prima Margherita e poi Pd
Gli anni che è stato vicesegretario nazionale del Pd: dal 2009 al 2013. Ha fatto parte dei 45 membri per la nascita del Pd
di Pier Francesco Borgia
Roma
Le volte che ha ricoperto la carica di ministro. La prima volta nel 1998 nel governo D'Alema: aveva soli 32 anni
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.