L'Europa apre le porte. Salvini minaccia Conte "Niente sbarchi, se no..."

Scontro nel governo. Il premier: li porto in aereo Ma il ministro s'indigna: io non cambio idea

L'Europa apre le porte. Salvini minaccia Conte "Niente sbarchi, se no..."

Alla diciannovesimaalba sull'orizzonte marino, l'Europa intorpidita sta per battere un ciglio. Nell'intensificarsi dei contatti tra i Ventisette, non certo sollecitati dai tanti sterili richiami alla «concreta solidarietà» di Bruxelles, probabilmente si intravvede una soluzione per le due navi con a bordo 49 profughi che da giorni vagano a sei miglia dalla costa maltese.

Ieri il portavoce della Commissione Ue, Margaritis Schinas, ha confermato la disponibilità di alcuni Paesi che (finalmente) «hanno espresso la loro volontà di contribuire allo sforzo comune». In cambio dell'ok allo sbarco, il governo della Valletta ha preteso la redistribuzione in altri Paesi europei anche dei 249 rifugiati che si trovano già sull'isola (più altre garanzie di sostegno da parte della Commissione Ue per rimpatri veloci). Un totale di 298 migranti da ricollocare, contando i 49 ancora in mare. Il ministro dell'Interno tedesco, Horst Seehofer, ha fatto sapere che la Germania è pronta ad accogliere 50 persone. Anche la Francia dovrebbe prenderne più o meno altrettanti, mentre il Portogallo è disponibile ad accoglierne dieci, Lussemburgo e Olanda 6 ciascuno. Persino la Romania dovrebbe fare la sua parte. Il pressing della Commissione Ue dovrebbe convincere anche qualche altra cancelleria a mostrare solidarietà; oggi è prevista una conferenza stampa del responsabile europeo alla Migrazione, Dimitris Avramopoulos, dopo la riunione dei commissari, e ci si aspetta la «buona novella».

Le fonti europee sono state invece oltremodo prudenti sul ruolo dell'Italia, viste le diatribe dei giorni scorsi tra il premier Conte, Di Maio e l'altro vicepremier Salvini, che ha più volte annunciato di «volerne prendere zero» e ieri ha ulteriormente tagliato corto: «Ho 5 milioni di italiani poveri, quando avrò sfamato loro, penserò agli altri». Più tranchant, quasi minaccioso verso il suo governo: «Sbarchi? Mai il mio ok. Altrimenti...». Il Viminale rivendicava il dato sugli arrivi di migranti nella prima settimana del 2019: «zero, -100%», come esultava propagandisticamente il tweet di Salvini. Oggi il leader leghista partirà per Varsavia, dove incontrerà il leader polacco ultranazionalista Jaroslav Kaczynski. Missione per «saldare» il fronte sovranista in chiave elettorale, dopo gli incontri con l'ungherese Orbàn e la francese Le Pen, ma si dice che potrebbe scapparci un «gesto di buona volontà» della Polonia, che si farebbe carico di alcuni migranti ora a Malta.

A chiedere a Conte e al presidente Mattarella un intervento diretto era la senatrice grillina Nugnes. Più tardi, in tivù, Conte sembrava quasi appellarsi al buon cuore di Salvini, «persona ragionevole, che esprime una posizione condivisa nel governo. Però se marchiamo questo come caso eccezionale, con donne e bambini da oltre due settimane in mare, non credo la linea del rigore possa essere tacciata d'incoerenza o che io tradisca la linea di coerenza del governo... Penso che il sistema Italia possa sopportare poche donne e pochi bambini. Ed è contrario a qualsiasi principio separare padri e figli... Non saranno quattro persone in più a fare la differenza». Ma Salvini insiste: non vuole farli sbarcare. E Conte risponde: «Vorrà dire che non li farò sbarcare: li prenderò con l'aereo e li porterò».

Piccata la replica del leghista che su Facebook non cela tutta la sua indignazione: «Mah... Finché non si bloccano gli scafisti e chi li aiuta, continueranno a partire e morire migliaia di persone. In Italia si arriva con il permesso, IO non cambio idea».

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