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L'ex ministro si offende. Poi fa pace con Valditara

L'ira di Bianchi: "La traccia sulla maturità disconosce il lavoro fatto per salvare l'esame"

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«Un attacco diretto nei miei confronti, senza motivo, una traccia sbagliata, dal punto di vista educativo e pretestuosa dal punto di vista politico». L'ex ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi non ha gradito essere diventato oggetto di una delle tracce di italiano. Tra le proposte presentate ai maturandi, c'era infatti, a sorpresa, una lettera inviata nel dicembre del 2021 da un gruppo di intellettuali all'ex titolare del dicastero di viale Trastevere nella quale si chiedeva di far tornare gli studenti ad un esame di Stato con gli scritti. Cosa che è puntualmente avvenuta nel giugno del 2022.

Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, intuita l'irritazione del suo predecessore, lo ha chiamato e la tensione si è dissolta. «Ho lavorato tutto l'anno, da ministro, con centinaia di docenti e milioni di famiglie per riportare i ragazzi a scuola durante la pandemia - spiega Bianchi - E l'anno scorso la maturità è stata fatta con gli scritti: avevo scelto Pascoli, Verga, un testo di Liliana Segre e Gherardo Colombo, il premio Nobel Giorgio Parisi e la Costituzione per la terra. Altro che burletta di cui si parla nella lettera! È stato un errore proporre questa traccia, anche dal punto di vista educativo. E la trovo pretestuosa dal punto di vista politico, perché vuole colpire tutti quelli che hanno lavorato per il bene della scuola».

Il ministro Valditara, comprendendo il disappunto del collega, gli ha telefonato e ha chiarito che «non vi era alcun intento polemico né di carattere politico, nè tantomeno denigratorio». Piuttosto, la traccia contiene uno spunto di cronaca per stimolare nei ragazzi una riflessione su che cosa rappresenti la maturità e sulla sua impostazione, in particolare dopo l'esperienza del Covid. I due hanno condiviso che Bianchi ha avuto il merito di aver reintrodotto gli scritti. E la telefonata - così si è appreso - si è conclusa in maniera molto cordiale.

Ma a sottolineare «l'inopportunità della traccia» sono anche esponenti politici (c'è chi ha parlato di strumentalizzazione), sindacali (Giuseppe D'Aprile della Uil Scuola) e alcuni dirigenti scolastici.

Detto questo, la traccia non ha scaldato particolarmente gli animi dei ragazzi e non è stata tra quelle più scelte: «Siamo troppo coinvolti nell'esame per poter sviluppare un ragionamento sulla maturità».

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