L'ipocrisia e le molte incognite Adesso Donald rischia grosso

La mossa americana può dare nuova linfa agli estremisti

Rispettare le promesse elettorali, spazzare via una grande e ventennale ipocrisia, rilanciare il negoziato tra israeliani e palestinesi con mosse inedite, ma anche spregiudicate, degne della sua fama d'uomo d'affari. Sono queste le tre grandi ragioni che spingono il presidente statunitense Donald Trump a varcare la soglia dell'incognito annunciando l'effettivo riconoscimento di Gerusalemme come capitale d'Israele. Ma se per cancellare le ipocrisie è bastato un annuncio ben più difficile sarà affrontare le grandi incognite nascoste lungo questo inesplorato ed insidioso sentiero della politica internazionale. Quelle incognite rischiano di rendere assai complesso il cammino del Presidente mettendolo in difficoltà non solo con palestinesi, nazioni arabe e mondo islamico, ma anche con i suoi stessi alleati. Proprio la complessità del rebus palestinese aveva indotto i tre precedenti inquilini della Casa Bianca (Bill Clinton, George W.

Bush e Barack Obama) a tentare la partita del negoziato evitando con molta cura lo scoglio di Gerusalemme. Ora tocca a Trump. Ecco la grande ipocrisia e le quattro incognite con cui dovrà misurarsi per riuscire a smantellarla.

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