Il premier incaricato, Giuseppe Conte, si è dato la zappa sui piedi da solo, secondo il ministro dell'Interno uscente, Matteo Salvini. Ieri, in un'intervista al Fatto quotidiano, l'ex presidente del Consiglio ha tracciato le nuove linee dell'esecutivo, ma si è lasciato andare a dichiarazioni che hanno scatenato la polemica.
«Definirmi M5s - ha detto, prendendo di fatto le distanze dai pentastallati e da Luigi Di Maio - è una formula inappropriata. Non sono iscritto al Movimento e non partecipo ai loro vertici». Già aveva annunciato di aver in passato votato per il Partito democratico, ora sembra confermare i sospetti, non facendo mistero del fatto che strizza l'occhio ai nuovi alleati politici.
Salvini ha preso la palla al balzo: «Conte ha già scaricato i 5 stelle e ha abbracciato con entusiasmo il suo Pd. Che tristezza, da avvocato del popolo a avvocato della casta. Non potranno scappare dal voto all'infinito, noi lavoriamo e ci prepariamo a vincere».
Proprio Conte nell'intervista aveva ribadito che «Pd e M5s sono due forze che hanno vissuto da antagoniste sul piano politico. Ora - aveva detto - vedo un clima di lavoro positivo, finalizzato a un progetto comune per il bene del Paese. Sono tutti disponibili ad accantonare il passato e concentrarsi sul progetto per il Paese». Per il leader del Lega «in Italia si stanno confrontando due partiti. Si stanno confrontando il Pd, che è al servizio di Paesi stranieri, e la Lega, che difende il popolo italiano, gli schiavi della poltrona e della Merkel contro gli uomini liberi. Ma - ha detto ancora - non potranno scappare dal voto all'infinito, noi lavoriamo e ci prepariamo a vincere».
E poi un commento sulle mosse del Pd: «Se vuole riaprire i porti e far ripartire il business dell'immigrazione clandestina, lo dica agli italiani». Interessante il messaggio lanciato ai grillini delusi dal tentativo di formare un governo con il Pd: «Le porte della Lega sono e saranno sempre più aperte. Nei mesi passati abbiamo detto tanti no, se c'è comunanza di idee vedremo".
Ieri il vicepremier uscente aveva firmato il divieto di ingresso in acque italiane per la nave Alan Kurdi, poi avallato anche dai colleghi Elisabetta Trenta (Difesa) e Danilo Toninelli (Infrastrutture e Trasporti). La strategia del capo politico del partito del Carroccio è chiara: continuare a stare in mezzo alla gente, parlare alle piazze, riacquistare consenso, anche laddove perduto. «Molte Regioni italiane andranno al voto nei prossimi mesi - ha chiarito - : Umbria, Calabria, Emilia Romagna, Marche, Toscana, tutte amministrate dal Pd. Girerò l'Italia paese per paese, regione per regione per cacciare la sinistra da tutti questi Comuni e da tutte queste Regioni. Sarà un periodo intenso, impegnativo ma bello». Il suo monito lo ha scritto a chiare lettere sulla sua seguitissima pagina Facebook: «Mentre Pd e altri litigano per le poltrone, noi in mezzo alla gente prepariamo l'Italia che verrà. Non potranno scappare dalle elezioni a lungo, prepariamoci a vincere! Grazie per l'affetto e la fiducia, vi voglio bene».
Il suo tour, dopo Pinzolo, è iniziato con la partecipazione di ieri alla Berghem Fest, un appuntamento che non ha potuto mancare, in attesa del prossimo, il 15 settembre, a Pontida.
E ieri è arrivata da parte sua anche la solidarietà a tutti gli abitanti colpiti dal recente sisma a Norcia e Arquata.
«Per fortuna - ha spiegato - non si registrano danni ma noi non abbiamo mai dimenticato le esigenze di chi abita nelle zone colpite da calamità naturali. A differenza di altri, per la Lega continua a essere una priorità risolvere i problemi di chi si trova ancora a dover affrontare mille difficoltà».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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