Marco Gemelli
Firenze Parole che in riva all'Arno erano state pronunciate per l'ultima volta da Oriana Fallaci, e da allora spesso rimaste confinate nella rossa Toscana, almeno ad ambienti lontani dal pensiero mainstream. Frasi taglienti che hanno stracciato il velo del politically correct e causato un terremoto, quelle con cui il presidente dell'Anpi fiorentina Ubaldo Nannucci ha commentato i rapporti tra l'Occidente e l'Islam dopo i tragici fatti di Dacca costati la vita a nove italiani. «L'Occidente ha esordito l'ex procuratore capo di Firenze - si rifiuta di vedere che la dottrina islamica è incompatibile con i principi di libertà e di parità fra uomini e donne che caratterizzano la nostra civiltà». Imbarazzi e maldipancia sono stati tanti e tali che persino l'associazione degli ex partigiani ha dovuto rinnegare il proprio presidente, affrettandosi a dissociarsi da Nannucci e bollandone le parole come «posizione personale». Lo scambio di battute su Facebook è iniziato all'indomani dell'attentato in Bangladesh: l'ex magistrato ha commentato un post della consigliera comunale Cristina Scaletti relativo non solo alla strage di Dacca ma anche alle violenze di Orlando e Baghdad. Matrice comune, per Nannucci, è l'essenza stessa dell'Islam, i principi e la dottrina: «L'Occidente ha continuato il presidente dell'Anpi si rifiuta di vedere che la distinzione fra Islam radicale e moderato è un espediente per non ammettere che non si ha il coraggio di pretendere dai musulmani una chiara e formale condanna di ogni forma di violenza e discriminazione cui subordinare il godimento dei diritti civili che riconosciamo giustamente a tutti gli stranieri. Viceversa, per ingraziarceli gli concediamo moschee, nelle quali le donne non sono ammesse e dove non si sa cosa si insegna. È il nostro atteggiamento di timore che ci rende accomodanti sul piano dei principi e pavidi nel pretendere chiarezza da coloro che si dicono fedeli a questa religione, che è quella in nome della quale si commettono stragi di infedeli, orrende violenze sulle donne non mussulmane e torture su chi non conosce il Corano. Avete visto cortei musulmani contro queste stragi?».
Subito dopo Nannucci ha ripetuto quei concetti con identica fermezza dal vivo, in un'intervista a Controradio. E la replica non si è fatta attendere, in primis da Izzedin Elzir, leader della comunità islamica di Firenze e presidente dell'Ucoii. Secondo lui, più che i tagliagole bengalesi che hanno fatto carneficina dei nostri connazionali, a «gettare benzina sul fuoco» dei rapporti tra Occidente e Islam è il magistrato. «Un vero dispiacere sentire un ex procuratore e presidente Anpi fare questa dichiarazione mentre oggi ogni persona saggia dovrebbe fare il pompiere - ha aggiunto l'imam -. Quelle di Nannucci non sono parole responsabili e questo mi mette a disagio visto che faccio grandi sforzi per chiamare la mia comunità ad usare le parole in modo responsabile. Ma dall'altra parte mi trovo persone che dividono la realtà in due estremi contrapposti».
Su quest'ultimo punto il riferimento all'ex procuratore si fa stridente, proprio nel giorno in cui jihadisti bengalesi annunciano di non voler fermare gli attacchi finché tutto il mondo non sarà sotto il giogo della sharia.
Durante la preghiera di chiusura del Ramadan, poi, l'imam ha invitato Nannucci a visitare la moschea: «Chiedo all'Associazione nazionale magistrati, all'Anpi e a tutti di prendere le distanze dalle sue dichiarazioni».L'Anpi non se l'è fatto ripetere: «Nannucci ha parlato a esclusivo titolo personale».
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