L'Ocse boccia il salario minimo per legge

Gli economisti contro la proposta del Pd e dei grillini: riduce la competitività

L'Ocse boccia il salario minimo per legge

Roma - Un salario minimo ai livelli del Lussemburgo. Così Andrea Garnero del dipartimento Affari sociali dell'Ocse ha commentato le due proposte di legge in discussione presso la commissione Lavoro del senato che puntano all'istituzione di un salario minimo di 9 euro all'ora (lordi per i grillini, netti per il Pd). Insomma, come se non fosse già bastato il decreto dignità a mettere i bastoni fra le ruote alle imprese, ora ci pensa anche la discussione su un provvedimento che limiterebbe fortemente la competitività delle aziende. L'eventuale innalzamento della retribuzione oraria minima a 9 euro lordi, ha segnalato l'Istat in commissione, determinerebbe per 1,5 milioni di imprese con dipendenti «un aggravio di costo che, se non trasferito sui prezzi, porterebbe a una compressione di circa l'1,2% del margine operativo lordo (Mol) e allo 0,5% del valore aggiunto». Gli impatti, sottolinea ancora l'Istituto di statistica, «tendono ad aumentare in misura consistente in alcuni settori di servizi», circa il 50% del Mol per i servizi di vigilanza e investigazione, il 25% per l'assistenza sociale non residenziale e le attività di servizi per edifici e paesaggi, il 18% per le attività di ricerca e selezione del personale, il 15% per altre attività di servizi alla persona. Fissando la soglia del salario minimo su questa soglia limite, ci sarebbero 2,9 milioni di lavoratori che riceverebbero un incremento medio annuo di retribuzione di 1.073 euro. Sarebbe, pertanto, coinvolto il 21% dei lavoratori dipendenti con un aumento stimato del monte salari complessivo di 3,2 miliardi.

Il rischio, anche in questo caso, è che il denaro venga «sprecato» creando effetti distorsivi. Se si vuole combattere la povertà dei lavoratori, servono altri strumenti, hanno detto l'Ocse e il Cnel.

Il «no» giunto da Confindustria e sindacati è legato, invece, alla parte normativa: il salario minimo legale, senza un quadro adeguato, rischia di far saltare definitivamente lo strumento del contratto nazionale proprio dopo che l'anno scorso Viale dell'Astronomia e Cgil, Cisl e Uil avevano trovato un accordo sul «patto per la fabbrica» per legare ulteriormente retribuzioni e produttività. Come ha detto Anna Maria Bernini di Fi: «È solo il ritorno dello statalismo, la vera misura utile sarebbe la riduzione del cuneo fiscale».

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