Londra - Diciassette pagine per spiegare perché è meglio rimanere in Europa, spedite a 27 milioni di famiglie, per un costo di 9 milioni di sterline (oltre 11 milioni di euro). Nella battaglia su Brexit il governo britannico non bada a spese e invia per posta un libretto informativo a sostegno della permanenza nell'Unione. La mossa non è andata giù agli avversari che hanno accusato Cameron di giocare sporco con i soldi dei contribuenti.
Nella pubblicazione, che arriverà nelle case dei cittadini nelle prossime settimane, si sostiene che un'uscita dall'Europa causerà un choc economico senza precedenti, provocherà un aumento dei prezzi di alcuni beni di consumo e abbasserà la qualità della vita. «L'unico modo per proteggere il mercato del lavoro, offrire sicurezza e rafforzare l'economia - si legge - è rimanere nella Comunità europea». Ovviamente è sottinteso che, scegliere di abbandonarla susciterebbe un clima di instabilità e incertezza nel futuro. «Questa non è la realtà - ha dichiarato seccamente Gisela Stuart, una parlamentare laburista a capo del gruppo euroscettico Vote Leave - questa è una propaganda fuorviante del governo pagata con i soldi dei lavoratori che preferirebbero veder speso il loro denaro per le loro priorità. La gente vuole un dibattito onesto, non un tentativo del primo ministro di comperare il risultato del referendum con i soldi dei contribuenti». «Il governo sta perdendo punti e non vuole una battaglia equa» ha aggiunto ieri il sindaco di Londra, Boris Johnson, uno dei più autorevoli sostenitori di Leave che con la sua presa di posizione ha di fatto aperto anche la corsa alla prossima leadership conservatrice, autoproclamandosi uno dei più pericolosi avversari di Cameron.
Il primo ministro, dal canto suo, difende la sua posizione e quella dei ministri che lo sostengono. «Non ho alcuna intenzione di scusarmi per aver deciso di inviare questa informativa alle famiglie - ha detto ieri il leader Conservatore nel corso di un discorso tenuto agli studenti di una scuola di Exeter - perché è giusto che il pubblico conosca la posizione del governo e le sue motivazioni». «Il governo non è neutrale su questo referendum. Noi riteniamo che uscire dall'Europa sarebbe una pessima decisione, per l'economia, il lavoro, gli investimenti, le finanze delle famiglie e per le università. Non c'è nulla di antidemocratico in quello che abbiamo fatto - ha ribadito Cameron - , anche gli altri possono agire nello stesso modo. Ritengo che questo sia denaro ben speso. Non solo è legale, è necessario e giusto». Le argomentazioni addotte dal premier non sono servite a placare gli animi. L'ex ministro conservatore Liam Fox è deciso a lanciare una petizione online per chiedere un dibattito in Parlamento. «Abbiamo tutto il diritto di difendere la nostra posizione, proprio in quanto governo democraticamente eletto - replica il ministro della Difesa Michael Fallon - come del resto ha fatto ogni governo fin dal referendum sull'Europa del 1975.
L'80% dell'opinione pubblica voleva maggiore informazione e il governo sta offrendo le argomentazioni a supporto della sua posizione». I votanti riceveranno nelle prossime settimane anche una pubblicazione da parte dei sostenitori dell'uscita dall'Europa, finanziata in questo caso con fondi degli stessi promotori.
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