Londra La peggiore recessione economica da più di 300 anni. è l'immediato futuro che attende il Regno Unito secondo le stime pubblicate ieri dalla Banca d'Inghilterra nella sua periodica analisi di politica monetaria. Al centro dello studio della banca centrale inglese vi sono le conseguenze dello stallo socio-economico del Paese a causa del coronavirus: nel primo trimestre di quest'anno il Pil dovrebbe essersi ridotto del 3% rispetto al 2019 mentre da aprile a giugno la contrazione dovrebbe attestarsi su un ulteriore 25%. L'effetto cumulato è di una caduta del 30% della ricchezza prodotta dal Regno Unito rispetto ai primi sei mesi dell'anno precedente.
Alla base di quello che gli economisti della banca centrale hanno definito «uno scenario economico plausibile» vi è il mantenimento delle misure di distanziamento sociale e di blocco di gran parte dell'economia fino a inizio giugno. Il governo non ha ancora preso una decisione su quando e come entrare in una fase 2 e il primo ministro Johnson dovrebbe parlare al Paese nel fine settimana per illustrare il piano governativo. In questi giorni si rincorrono le speculazioni su quali passi il governo deciderà di compiere mentre profonde sono le divisioni in seno alla maggioranza e allo stesso esecutivo tra chi predica la prudenza e chi, numeri alla mano, invita ad accelerare un ritorno negli uffici e nelle fabbriche. La Scozia ieri ha annunciato che il blocco a nord del vallo di Adriano sarà esteso per ulteriori 3 settimane, una decisione che sembra contrastare con le indicazioni di allentamento che giungono da Londra.
Oltre al crollo del Pil la Banca d'Inghilterra ha previsto un raddoppio della disoccupazione che dovrebbe arrivare all'8%, accompagnato da tassi d'interesse e un'inflazione che si manterranno entrambi contenuti per effetto delle politiche monetarie espansive e del prezzo del petrolio che rimarrà a livelli molto bassi. Le indicazioni per la seconda parte dell'anno e per l'inizio del 2021 sono di un rimbalzo che però non porterà immediatamente ai livelli pre-crisi, per tornare ai quali sarà necessario attendere almeno fino alla fine dell'anno prossimo: difficile prevedere che la gente tornerà subito nei pub e nei ristoranti, è probabile aspettarsi un cambiamento nelle abitudini di spesa delle persone. L'eccezionalità dei numeri snocciolati nelle 60 pagine del report risiede nel precedente storico cui bisogna rifarsi per trovare qualcosa di comparabile economicamente: il grande inverno del 1709, considerato il più freddo degli ultimi 500 anni, quando si poteva attraversare il Baltico su una slitta, pattinare sui canali di Venezia, vedere l'Ebro ghiacciato. E centinaia di migliaia di persone morirono di freddo e di fame. Se confermato nelle cifre, il tonfo inglese per l'intero 2020 sarebbe del 14%, tra i peggiori dell'intera Europa. E questo prima di tenere conto di eventuali effetti negativi di un mancato compromesso tra Londra e Bruxelles sulla Brexit, per cui la Banca d'Inghilterra assume ottimisticamente si raggiunga un accordo di libero scambio.
Il Regno Unito ha registrato anche ieri oltre 500 morti che portano le vittime dichiarate a oltre 30mila, dietro solo agli Stati Uniti.
Analizzando le quali l'istituto nazionale di statistica ha rilevato che le persone di origine afroamericana hanno una probabilità 4 volte maggiore di morire di coronavirus rispetto agli inglesi di pelle bianca. Nuclei familiari più grandi, case più piccole, maggiore povertà sono tra le cause principali della disparità.
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