Lorenzin festeggia il suo Family day e candida il fratello

Il 4 marzo il ministro della Salute correrà al Parlamento, Lorenzo alla Regione Lazio

Lorenzin festeggia il suo Family day e candida il fratello

Roma - Beatrice Lorenzin non molla, seguendo l'esempio del collega di partito e governo Angelino Alfano, che ha deciso di chiudere con la politica, ma raddoppia: il ministro della Salute dell'esecutivo Gentiloni, dopo aver imposto il proprio nome nel simbolo della lista centrista, Civica Popolare, che dovrebbe correre alle Politiche in coalizione con il Pd, vuole sponsorizzare come riporta Il Tempo - la candidatura del fratello Lorenzo Lorenzin alle elezioni regionali nel Lazio.

Il fratello del ministro, agente di polizia e sindacalista, vuole uno scranno nel parlamentino regionale in una lista, ovviamente di ispirazione centrista, collocata nell'alleanza del presidente uscente del Pd della Regione Nicola Zingaretti. Sperando che la sorella ministro possa trasferirgli un pacchetto di voti in territorio laziale. Il prossimo 4 marzo non si celebrerà solo l'election day ma anche il family day della dinastia Lorenzin: la sorella candidata alla testa della compagine moderata Civica Popolare per strappare una poltrona in Parlamento, il fratello per fare il grande salto in Consiglio regionale. I due familiari si ritroverebbero ad affrontare la campagna elettorale mano nella mano. Magari pronunciando i discorsi dallo stesso palco. Per ora, l'anticipazione non è stata smentita dal diretto interessato, che pare cominci ad accarezzare l'idea di bruciare le tappe, sbarcando in Regione. Insomma, una famiglia unita dal sangue ma anche dalla passione per la politica. In entrambi in casi, la sfida è in salita. Per non dire impossibile. Il ministro della Salute, per centrare la rielezione, dovrà elemosinare al Pd un collegio blindato nell'uninominale perché, nonostante la scelta di inserire il nome Lorenzin nel simbolo, nessun sondaggio quota la lista centrista al 3 per cento, la soglia fissata dalla legge elettorale per entrare in Parlamento. Missione durissima per il fratello: il sistema elettorale regionale del Lazio impone uno sbarramento all'8 per cento per approdare in Consiglio regionale. Ma Lorenzin (fratello) non parte da zero. Nel proprio curriculum politico, oltre al legame familiare con un pezzo da novanta del governo, può vantare due esperienze: nel 2017 è stato eletto sindaco di un paesino abruzzese di 533 anime, Cappadocia, in provincia dell'Aquila, mentre un paio di anni fa è stato piazzato dalla sorella nel consiglio nazionale di Ncd, il partito nato dalla scissione di Alfano con Forza Italia. Incarico, quest'ultimo, che il fratello del ministro è stato costretto a mollare a causa dei regolamenti interni alle forze dell'ordine. È andata meglio alle comunali di Cappadocia. Con appena 233 preferenze, che non basterebbero nemmeno per entrare in Consiglio comunale a Roma, Lorenzin jr è riuscito a sbaragliare gli avversari: Lucilla Lilli, che si è fermata 108 voti, e Claudio Massotti, ultimo con 74 preferenze.

Da giugno Lorenzo ha dovuto togliere la divisa della polizia per indossare la fascia tricolore. Ma l'esordio politico non è stato tutto rose e fiori: il fratellino del ministro è stato accusato dalla sfidante Lilli di aver copiato il programma elettorale. Di chi? Proprio della Lilli. Il sindaco Lorenzin, incassata la figuraccia, non ha chiesto scusa ma è andato avanti per la propria strada.

E ora sogna la poltrona in Regione Lazio. Sperando di ottenere un aiuto della sorella, che nel frattempo da ministro sogna di diventare leader di un partito. Sogni che gli italiani, in un solo giorno, il 4 marzo, potranno far svanire.

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