L'orrore si avvicina, in Egitto 4 decapitati

Giustiziati nel Sinai «perché spie del Mossad». In Siria esecuzioni di massa: nudi nel deserto, poi fucilati

L'orrore si avvicina, in Egitto 4 decapitati

«Erano spie mandate dal Mossad». Con questa motivazione i jihadisti d'Egitto hanno decapitato 4 persone, con tanto di filmato­selfie diffuso su Youtube e su Twitter.

A firmare il video dei quattro decapitati è un gruppo che si chiama Ansar Bayt al­Maqdis, riconducibile ad Al Qaida, che ha deciso di dare in pasto alla rete l'esecuzione: nelle immagini si vedono le vittime inginocchiate davanti ai nove carnefici, tutti con il volto coperto, con sullo sfondo le bandiere dello Stato islamico. Pochi istanti dopo ecco spuntare le teste posizionate sui cadaveri, che sono ritrovati mercoledì scorso, anche se l'esecuzione, forse, risale all'inizio del mese.

Prima del filmato è andata in scena la minaccia rivolta alle «spie»: «La porta del pentimento è aperta. Il nostro obiettivo non è tagliare teste ma impedire i danni ai musulmani». E ancora: «Gli ebrei devono capire che la Nazione islamica si è risvegliata». Per poi dare sfogo a un lungo panegirico, in difesa dei martiri jihadisti: il riferimento è ai tre miliziani centrati da un missile lo sorso 23 luglio mentre erano su un'auto. I miliziani hanno sostenuto che le quattro «spie» avevano passato ai servizi segreti israeliani informazioni propedeutiche proprio a quel raid aereo.

Le «spie» sono cadute in una trappola lungo il tragitto per la città di Sheikh Zuwaid, a una manciata di chilometri dalla Striscia di Gaza. Nel video­propaganda, inoltre, il boia asserisce che le «spie» avrebbero ammesso la propria colpevolezza, con due dei condannati che dicono di avere trascorso del tempo nelle prigioni israeliane per contrabbando e altri due pronti ad ammettere di aver ricevuto denaro dal Mossad per lo spionaggio. Si tratta dell'ennesima esecuzione, dopo quella ripresa nel video del 19 agosto dallo Stato islamico, in Siria, in cui si vedeva la decapitazione del giornalista statunitense James Foley, mentre altri ostaggi occidentali risultano tuttora rapiti. E nel frattempo 43 caschi blu, probabilmente filippini, sono stati presi in ostaggio sulle Alture del Golan, nei pressi di Al Qunaytirah, zona di confine dove si fronteggiano i ribelli quaedisti di al-Nusra con le truppe lealiste fedeli al governo di Damasco di Assad.

Sul punto si registra la reazione del presidente francese Hollande, secondo cui il presidente siriano Assad non può essere un partner della lotta contro il terrorismo in Siria e in Irak, in quanto «è l'alleato oggettivo dei jihadisti», mentre in un appello congiunto i Patriarchi e i Capi delle Chiese orientali denunciano «i crimini contro l'umanità» commessi dallo Stato islamico in Irak «contro i cristiani, gli yazidi e le altre minoranze».

Il filmato dei quattro decapitati arriva 48 ore dopo che i jihadisti dello Stato islamico hanno giustiziato circa 65 soldati siriani dei 250 in fuga dalla base aerea siriana di Tabqa, nel nord. Da alcune foto diffuse dallo Stato islamico si vedono i soldati dell'esercito siriano arrestati, spogliati e fatti mettere in fila nel deserto in quanto «membri e ufficiali dell'esercito alawita». Altre immagini ritraggono alcuni soldati seminudi a cui i miliziani jihadisti puntano i fucili automatici. Un'esecuzione di massa. E intanto in quella zona anche 81 peace keepers sono bloccati.

Quanto al video della decapitazione, che dura cinque minuti e mezzo, se ne venisse confermata ufficialmente l'autenticità sarebbe in assoluto la prima volta che un'organizzazione terroristica in Egitto esegue un'esecuzione davanti alle telecamere. La barbarie sembra non avere fine.

twitter@FDepalo

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