Dal nostro inviato a Genova
Sul greto del Polcevera non c'è tempo per il dolore. I picconi, i martelli pneumatici, le scale. Si sale, verso le altezze vertiginose dei pilastri ancora in piedi. Si scende nelle viscere della terra, dove una natura maligna ha seppellito e incastrato auto, uomini, oggetti. Così per giorni e giorni, così anche oggi, perchè nell'ora dei funerali e del lutto nazionale, i conteggi feroci di questa tragedia sono ancora aperti. C'è da trovare Mirko, l'ultimo disperso, il ragazzo che lavorava sotto quelle volte ciclopiche, in un capannone dell'Amiu, l'azienda dei rifiuti. Mirko è desaparecido, i vigili del fuoco decidono di ridurre il lutto allo stretto necessario. Uno o due minuti. Per onorare quel giovane e chi non c'è più.
La mamma, Paola, una statua di dolore, aspetta notizie a pochi metri. Non si è mai spostata: prima si è accampata in una tensostruttura, poi in una roulotte. Nessuno può pensare di abbandonarla alla sua solitudine. La squadra raddoppia gli sforzi, con l'aiuto dei cani, e diserta i funerali. Dove però arrivano altri team di pompieri, con le loro divise gialle e i caschetti fra le mani. Li accolgono con un'ovazione da stadio, persino eccessiva in quell'ambiente. Fra le bare e le lacrime.
Ma i vigili del fuoco sono i veri eroi di questa settimana, cupa e però colma di episodi di coraggio. Di abnegazione. Di generosità. Il salvataggio dei feriti, alcuni miracolati dall'effetto «ascensore» dei pezzi del ponte che venivano giù, e poi la ricomposizione pietosa dei corpi, lo sgombero delle case nella «zona rossa». Fra possibili crolli e la disperazione della gente che aveva perso tutto.
Tecnologia e psicologia a braccetto. Per affrontare la più incredibile palestra di situazioni. «Ho visto con i miei occhi - racconta al Giornale il procuratore di Genova Francesco Cozzi - i pompieri che si avventuravano su piloni precari, con mezzi altrettanto precari, correndo rischi altissimi. Hanno fatto un lavoro eccezionale e con loro tutti i soccorritori».
Un elenco che per una volta non è un esercizio burocratico, ma un treno di eccellenze che alla Fiera ricevono una sorta di standing ovation. I carabinieri, la polizia, la guardia di finanza, i vigili, la Protezione civile e addirittura gli speleologi in un dispiegamento di forze impressionante. É l'Italia migliore, si dice in questi casi con un pizzico di retorica.
E però che altro si può aggiungere davanti a questi uomini che hanno sfidato il tempo senza mai smettere di cercare? I pompieri di Genova come gli agenti sotto il cavalcavia di Bologna.Fra routine e eroismo. I pompieri che si commuovono e accarezzano una a una le 19 bare. I pompieri che riescono a compiere anche l'ultimo miracolo: recuperano Mirko. Una madre può abbracciare il proprio figlio.
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