Luca Tanchetto e Edith Blais sono stati rapiti. È la conclusione a cui sono giunti gli inquirenti di Italia e Canada, tant'è che la Procura di Roma ha aperto un fascicolo e sta procedendo per il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo. La notizia è stata confermata in giornata anche dal ministro degli Esteri canadese, Chrystia Freeland, che ha annunciato un imminente viaggio in Burkina Faso.
È da oltre un mese che di Luca, architetto originario di Vigonza (Padova), e di Edith, 34enne nativa di Sherbrooke (Québec) non si hanno più notizie. Dopo un lungo viaggio a bordo di una Megane Scenic con targa italiana tra Marocco, Mauritania, Mali e appunto Burkina, sarebbero scomparsi il 15 dicembre, ma segnalati una settimana più tardi ad una cinquantina di chilometri dalla capitale Ouagadougou, tra le località di Kokologho e Zimarè, come per altro anticipato da Il Giornale e dimostrato da una fotografia scattata dallo stesso Luca. Ed è proprio da quelle parti che sarebbero stati presi.
Richieste per il loro rilascio sono già arrivate e in queste ore vengono analizzate proprio per verificare l'attendibilità di chi si è messo in contatto con le autorità italiane e canadesi e attendere una prova della loro esistenza in vita. Il ministro Freeland, nei mesi scorsi inviata in Iran per trattare con Teheran la liberazione del ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali (docente anche in Italia all'università di Novara), manifesta un cauto ottimismo. Lo stesso che trapela dalle parole del premier canadese Justin Trudeau, che dopo un incontro con i genitori di Edith, ha rivelato che i giovani «sono vivi. Mi sento speranzoso. I nostri governi stanno facendo tutto quello che si può per risolvere la questione».
Luca ed Edith non hanno mai superato il confine che divide il Burkina dal Togo, tappa finale del loro viaggio. Sulla vicenda è intervenuto nuovamente il capo delle dogane togolesi Kodjo Adedze, che su indicazione del governo di Lomé ha inasprito i parametri dei controlli all'altezza della località frontaliera di Dapaong. «Due bianchi non sarebbero passati inosservati - ha ricordato - tra l'altro a queste latitudini non abbiamo neppure avuto segnalazioni di sconfinamento di cellule terroristiche». Secondo quanto si evince da fonti accreditate i due ragazzi potrebbero essere finiti nelle mani dei jihadista di Al-Mourabitoun, affiliati ad Al Qaida, responsabili in questi ultimi tre anni di un'ottantina di blitz terroristici e di almeno 12 rapimenti di occidentali. L'ultimo caso riguarda il geologo canadese Kirk Woodman, sequestrato e trovato morto mercoledì scorso nei pressi di una miniera d'oro nel nordest del Paese. Non perde le speranze Nunzio Tacchetto, padre di Luca, che pur non potendo spiegare più di tanto per ragioni di sicurezza ha ammesso che «l'ipotesi più probabile è che siano stati rapiti».
L'arrivo a Oaugadougou del ministro Chrystia Freeland, che lavorerà in collaborazione con l'ambasciatore Edmond Dejon Wega e con il nostro rappresentante Stefano Lo Savio, è di fondamentale importanza anche per creare una cabina di regia nelle indagini visto che con la destituzione dell'ex-presidente Blaise Compaoré nell'ottobre 2014, e le recenti dimissioni del premier Paul Kaba Tieba, è stata smantellata la forza di sicurezza presidenziale, la sola in grado di contrastare l'avanzata delle milizie islamiche.
In agenda i diplomatici hanno un incontro con il cittadino francese Robert Juilloteau, 64 anni, l'ultima persona ad aver visto Edith e Luca, il 14 dicembre nel corso della cena (filmata su whatsapp) al ristorante «Bois d'Ebene» di Bobo Dioulasso. Fonti governative canadesi sostengono che il racconto di Juilloteau agli inquirenti sia stato lacunoso e zeppo di contraddizioni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.