Milano - L'idea non è nuova. Calata, però, nel regno della «lottizzazione» più accanita, fa sorridere. I grillini vogliono mettere a sorteggio i membri del Consiglio di amministrazione della Rai. Prendendo così esempio da quanto accade all'estero dove i ruoli più delicati (quelli dove un manager deve gestire un servizio pubblico) sono spesso sorteggiati da una rosa di persone altamente qualificate. Un gruppo di una ventina di deputati, guidati da Mirella Liuzzi prima firmataria, ha depositato un disegno di legge che ricalca quello già presentato da Roberto Fico nella passata legislatura, quando era presidente della Commissione di vigilanza. La proposta individua un sistema di scelta a sorteggio dei membri del Cda (il cui numero scenderebbe da sette a cinque, compresi il presidente e l'ad). Il Consiglio di amministrazione resterebbe in carica per cinque anni, senza possibilità di rinnovo. Il Cda sceglierebbe al suo interno l'amministratore delegato; il ministro dell'Economia ha facoltà di scegliere il presidente. I consiglieri sarebbero ripartiti in tre aree di competenza: due con competenze giuridico-economiche; un componente con competenze tecnico-scientifiche e altri due provenienti dal mondo degli autori, dei capi-progetto e degli ideatori di programmi radiotelevisivi.
Luigi Di Maio vede in questa proposta di legge il sistema per «spezzare il legame tra politica e Rai». E ricorda che questo obiettivo è presente nel contratto di governo. «La tv pubblica è dei cittadini che pagano il canone, non dei politici» sentenzia il leader grillino. Nell'autunno scorso, però, quando vennero ridisegnati i vertici dell'informazione pubblica, poltrone prestigiose e di primaria responsabilità come il capo dell'ufficio stampa, il direttore del Tg1 e il direttore di Rai Due vennero assegnate a professionisti di sicuro gradimento del Movimento. Già all'epoca i vertici grillini vennero accusati dagli avversari politici di essere caduti nella trappola della lottizzazione. Accusa che respinsero indignati.
È un fatto, però, che il nuovo direttore del Tg1, Giuseppe Carboni, seguiva i grillini per il Tg2, stesso lavoro che Claudia Mazzola, ora ai vertici dell'Ufficio stampa, faceva proprio per il Tg1. Di Carlo Freccero, poi, nuovo direttore di Rai Due, si conoscono non solo la sua alta professionalità ma anche le sue simpatie per il movimento fondato da Grillo.
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