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Da lunedì resa dei conti tra gli alleati

Nonostante si riconoscano tutti nelle ragioni del No, i diversi leader hanno comunque deciso di chiudere questa lunga maratona elettorale ognuno per sé

Da lunedì resa dei conti tra gli alleati

L'ultimo giorno di campagna referendaria ci consegna l'istantanea di un centrodestra ormai a un passo dall'implosione. Così diviso che nonostante si riconoscano tutti nelle ragioni del «No», i diversi leader hanno comunque deciso di chiudere questa lunga maratona elettorale ognuno per sé: Silvio Berlusconi con una serie di ospitate televisive e Forza Italia con una conferenza stampa a Milano, Matteo Salvini tra Milano e Bergamo, Giorgia Meloni a Roma. D'altra parte, che da lunedì mattina il centrodestra sia destinato ad imboccare una strada nuova e quasi certamente non pacifica non è un mistero per nessuno. Troppo grande, infatti, è la distanza che nelle ultime settimane si è andata creando tra l'ex premier e il duo Salvini-Meloni, senza considerare la molta agitazione che si vive all'interno di una Forza Italia lacerata tra chi guarda più al fronte moderato e chi vorrebbe invece spostarsi verso l'asse «sovranista» di Lega e Fratelli d'Italia.

Se tutte queste contraddizioni si sono in questi mesi congelate grazie al comune obiettivo del «No», da lunedì mattina - comunque finisca la partita referendaria - ci sarà il liberi tutti. Non è un caso che proprio qualche sera fa, durante una cena ad Arcore con Umberto Bossi, Berlusconi non lesinasse critiche e affondi piuttosto duri nei confronti di Salvini. Considerazioni su cui conveniva il fondatore del Carroccio. Concetti su cui ieri l'ex premier è sostanzialmente tornato: «Ha un modo aspro e duro, temo che se diventasse leader molti moderati non lo seguirebbero». Per Salvini, insomma, una sonora bocciatura. Che il segretario della Lega non ha ovviamente gradito. «Sono pronto già da lunedì a girare tutta Italia con la nostra squadra e le nostre idee», ha replicato al Cavaliere, ribadendo di voler correre per la leadership del centrodestra. E anche su Bossi non è stato tenero: «Si metta l'anima in pace...».

Difficile, dunque, che la rottura si possa ricomporre a breve. Anzi, sia Salvini che la Meloni sembrano essere ormai andati troppo avanti sulla strada delle primarie. I due vorrebbero tenerle di qui a pochi mesi (si è fatta anche la data del 5 marzo).

Non è un caso che due giorni fa Berlusconi abbia buttato lì l'ipotesi di una candidatura di Paolo Del Debbio, un profilo che incontra le simpatie del fronte «sovranista» ma che non è certamente ostile al Cavaliere. Un modo per far sapere ai suoi interlocutori che se davvero si arriverà alle primarie, l'ex premier non è intenzionato a rimanere alla finestra.

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