M5s all'assalto della 194: legge per aborti più facili

La proposta vuole facilitare l'accesso all'interruzione di gravidanza e limitare il numero dei medici obiettori

M5s all'assalto della 194: legge per aborti più facili

Nazionalizzazioni, Tav, pensioni: sono tanti i temi cruciali sui quali il governo giallo verde rischia di implodere. Ma a questi però potrebbe aggiungersene un altro tanto divisivo per Lega e Cinquestelle da essere stato accuratamente escluso dal contratto di governo. Il tema è quello spinosissimo dell'aborto e della possibile riforma della 194, una legge che sia il Carroccio sia M5S ritengono sia necessario cambiare ma, ed è questo il nodo, in direzioni opposte.

I Cinquestelle infatti già nella passata legislatura avevano più volte insistito sulla necessità di superare i limiti ed i condizionamenti conseguenti all'eccessivo numero di medici obiettori di coscienza: per questo avevano proposto una riforma di un unico articolo, nel quale si stabiliva che nelle strutture ospedaliere pubbliche con reparti di ostetricia e ginecologia lo Stato avrebbe dovuto garantire «che almeno il 70 per cento del personale in servizio» non fosse obiettore di coscienza. Una battaglia sulla quale è M5S è in sintonia con la sinistra e che invece vede sul fronte opposto la Lega e gli altri partiti di centrodestra affini sulle questioni etiche.

Ma a questa battaglia in realtà i Cinquestelle non hanno rinunciato e infatti anche dopo le elezioni del 4 marzo scorso è stata depositata da Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura della Camera, una proposta di legge di modifica della 194 composta di un solo articolo. Gallinella per sostenere la sua proposta osserva come il crescente numero dei medici obiettori costituisca un concreto ostacolo al diritto di aborto per le donne. Anche per quelle che decidono di interrompere la gravidanza «in quanto il feto presenta malformazioni incompatibili con la vita» perché, spiega, queste donne «si trovano ad affrontare attese logoranti alla ricerca di medici non obiettori». La finalità del grillino è quella di «consentire al personale sanitario obiettore di prendere parte alle procedure e agli interventi per l'interruzione della gravidanza quando il feto presenta delle malformazioni incompatibili con la vita». Gallinella assicura di non voler «ledere il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione degli operatori sanitari» e dunque per far questo aggiunge «è necessario prevedere che l'interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi novanta giorni, sia consentita anche quando la condizione fetale sia incompatibile con la vita». In sostanza il grillino punta ad allentare le maglie dell'accesso all'igv per allargare la platea dei medici disponibili. Un modo insomma per cercare di scavalcare il problema dell'obiezione di coscienza.

Su questo fronte Gallinella troverà certamente l'appoggio del ministro della Salute, Giulia Grillo. Anche l'attuale titolare del dicastero della Sanità nella passata legislatura aveva sollevato proprio il problema dell'obiezione di coscienza sottolineando la necessità di assicurare «i livelli essenziali di assistenza sanitaria con riferimento alle interruzioni di gravidanza».

La Grillo ricordava che in molte regioni gli obiettori di coscienza superano l'80 per cento sul totale dei medici del settore «una sproporzione che può influire sulla tutela della salute delle donne», spiegava. In passato la Grillo aveva anche chiesto di promuovere campagne informative sull'uso della cosiddetta pillola abortiva, la RU486, contro la quale la Lega si è battuta strenuamente sostenendo che «banalizza l'aborto».

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