Il M5s si fa la scuola di formazione con i docenti più a sinistra del Pd

Dopo la svolta pacifista ecco il corso per formare i nuovi grillini del «campo progressista». In cattedra De Masi, Montanari, Visco

Il M5s si fa la scuola di formazione con i docenti più a sinistra del Pd

La nuova direzione politica dei grillini si capisce anche dai nomi messi in cattedra da Conte per la scuola di formazione del Movimento Cinque Stelle (non si può sempre avere la fortuna di scovare per caso talenti politici quali Paola Taverna, Danilo Toninelli, Alfonso Bonafede, Virginia Raggi, meglio formarseli in casa). L'avvocato foggiano, consigliato da Rocco Casalino e dagli altri strateghi che lo circondano, ha capito che l'unico spazio per il M5s è a sinistra, d'altronde è l'area in cui è nato il movimento di Beppe Grillo, dunque un tentativo di tornare alle origini (e alle percentuali del passato). Ecco infatti la svolta pacifista contro le armi, i nuovi veti contro i termovalorizzatori, le posizioni che lisciano il pelo all'elettorato anti-americano e anti-Nato. Mancava però una scuola di partito, come hanno i partiti tradizionali, quelli che il M5s voleva seppellire («siete morti!» gridava Grillo ai parlamentari degli altri), salvo poi buttare nella spazzatura tutti i principi originari e trasformarsi in un partito con gli eletti inamovibili e ricandidabili, le auto blu, il finanziamento pubblico, la lottizzazione delle poltrone pubbliche, e appunto una scuola di formazione. Questa inizierà in autunno, a coordinarla c'è l'ex sindaca di Torino Chiara Appendino, congedata senza onore dagli elettori torinesi (M5s all'8%) e che quindi, forte di questi successi, si occuperà della formazione della nuova classe dirigente grillina. Insegneranno i parlamentari M5s, gli ex ministri, gli eletti a vario titolo. Ma Conte ha voluto mettere in campo un po' di nomi prestigiosi per un ciclo di lezioni preparatorie. Quasi tutti nomi, appunto, riconducibili alla cultura di sinistra, la direzione a cui guarda Conte per recuperare un po' dei molti voti persi dai grillini. Tra i docenti c'è Domenico De Masi, il sociologo partenopeo già assessore di Bassolino a Napoli e già consulente del M5s (a pagamento, lui che teorizza il lavoro gratis come soluzione alla disoccupazione). Poi c'è la politologa Nadia Urbinati, membro del comitato di indirizzo della Fondazione Italianieuropei di Massimo D'Alema; quindi ecco Gustavo Zagrebelsky, insigne costituzionalista sempre presente negli appelli degli intellettuali contro i governi di centrodestra. Non poteva mancare Tomaso Montanari, critico d'arte di area sinistra radical-grillina-pacifista, secondo cui il ricordo delle foibe è «revanscismo fascista». Poi ci sono Daniele Lorenzi, presidente dell'Arci, Vanessa Pallucchi numero due di Legambiente, poi Pasquale Tridico, economista organico al M5s che l'ha piazzato all'Inps.

Poi, di area centrosinistra, ci sono Vincenzo Visco, ex ministro Ds, Andrea Riccardi fondatore della comunità di Sant'Egidio (candidato di Letta al Quirinale), l'ex ministro Pd Fabrizio Barca, il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, più qualche ospite straniero tra cui il politologo Colin Crouch, teorico delle postdemocrazie e Joseph Stiglitz, premio Nobel per l'economia (nel 2013 Grillo disse che aveva contribuito a scrivere il programma del M5s, ma poi Stiglitz fece sapere che era una balla).

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