Il MoVimento è sempre più in crisi. Le elezioni regionali in Umbria sono state una vera batosta. Quel 7.4% pesa. E per quanto i grillini cerchino di minimizzare, la crisi c'è. Luigi Di Maio, subito dopo la clamorosa sconfitta, ha cercato di rassicurare il Paese, ma ha messo le mani avanti: "ll patto civico per l'Umbria lo abbiamo sempre considerato un laboratorio, ma l'esperimento non ha funzionato. Il MoVimento nella sua storia non aveva mai provato una strada simile. E questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli contrapposti". Insomma, è come se avesse detto "abbiamo perso perché ci siamo alleati col Pd".
Nicola Zingaretti, invece, chiede unità e vuole "un cambiamento di passo". Zingaretti si appella all'unità perché "si governa da alleati non da nemici". Il segretario del Pd sta facendo il tutto e per tutto pur di mantenersi l'allenza coi 5S e soprattutto per tenersi ben stretto la poltrona. Anche se si rende conto che i risultati delle ultime elezioni regionali sono davvero disastrosi. Non soltanto per la netta vittoria del centrodestra che ha staccato di ben venti punti la sinistra. Zingaretti si rende conto - è evidente - che il primo partito che governa il Paese ha tirato su soltanto un 7.4%, mentre il Pd un 22,3%. Dati catastrofici.
Ma se questi sono i numeri, che aria tira nel M5S? Stando ad alcune indiscrezioni riportate dall'agenzia Agi, i malumori sono parecchi. "Dopo l'Umbria? Adesso basta. Bisogna cambiare la catena gestionale. Non si può decidere in pochi", dicono alcuni. I parlamentari, quindi, chiedono più coinvolgimento e si interrogano sulle strategie per il futuro del Paese, che, riferiscono alcuni, mancano. "Io andrei da sola, meglio perdere con dignità" e "senza alleanze", spiega ancora all'Agi una fonte M5S, perplessa sulla possibilità di allargare il fronte pentastellato ad altri componenti. "Sicuramente non si possono organizzare le campagne elettorali in soli 40 giorni, affidandosi all'improvvisazione. Bisogna tornare nelle piazze e sui territori", viene ancora riferito.
Con lo stesso mood parlano parlamentari e consiglieri regionali pentastellati emiliano-romagnoli dopo l'incontro con Giggino. Maria Edera Spadoni, vice presidente della Camera, ha detto chiaramente che l'incontro "di oggi con il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio è stato un incontro molto positivo. Siamo tutti concordi nel presentarci da soli, senza fare alleanze con i partiti, in occasione delle prossime regionali in Emilia-Romagna. Le uniche alleanze che valuteremo di fare saranno quelle con le liste civiche". E le stesse parole vengono usate dalla deputata M5S Federica Dieni, uscendo da Palazzo Madama dopo l'incontro dei parlamentari calabresi con Luigi Di Maio: "È ancora tutto in divenire, ma l'orientamento è quello di andare da soli".
Insomma, non solo la batosta alle Regionali in Umbria con tanto di figuraccia. Ora i parlamentari si ribellano pure a Di Maio. La sindaca di Imola oggi si è dimessa parlando di snaturazione del M5S.
Chi sarà il prossimo? Ma soprattutto, Gigino continuerà a dire che va tutto bene? Che la tenuta del governo non è in crisi? Intanto, per le Regionali in Emilia-Romagna inizia a profilarsi un'altra linea: sì a liste civiche no al Pd.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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