Maggioranza alla deriva sulla Marina

Chiara Giannini

Lo scontro politico sulla nomina del capo di stato maggiore della Marina si è consumato tra Lega e 5 stelle fino a ieri sera, quando il consiglio dei ministri si è riunito per decidere il nome del successore dell'ammiraglio Valter Girardelli. Una decisione last minute, che ha creato non pochi imbarazzi. La fumata bianca, infatti, è arrivata appena due giorni prima del cambio di comando dell'attuale vertice della forza armata di mare. Ieri sera, alla cena di saluto di Girardelli, alla presenza anche del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta (nella foto), andata via poco prima delle 20 proprio per correre al consiglio dei ministri, fino all'ultimo nei discorsi il nome del nuovo capo di stato maggiore non è stato pronunciato. È la prima volta nella storia che ciò accade, con i già preparativi pronti per domani, quando a Palazzo Marina, nel corso di una cerimonia in pompa magna, l'uscente e l'entrante dovranno salutarsi tra tutti gli onori.

Fino all'ultimo il nome è stato un terno al lotto. Da una parte il candidato più vicino alla Trenta, ammiraglio Paolo Treu, considerato però troppo vecchio per poi diventare capo di stato maggiore della Difesa secondo la turnazione Ema (Esercito, Marina, Aeronautica), dall'altra quello sponsorizzato dal Quirinale, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, apprezzato anche dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, così come l'ammiraglio Carlo Massagli, per il quale ci sarebbe stato uno scontro proprio tra i due movimenti politici. E poi Dario Giacomin, giovane abbastanza per poi salire al vertice più alto della Difesa. La partita sul nome si è giocata fino all'ultimo e ha avuto il significato per vedere chi, tra Lega e 5 stelle, sul settore ha ancora potere politico. Un ultimo candidato era l'ammiraglio Donato Marzano, noto per aver ricoperto un ruolo chiave nella vicenda dei due fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che qualcuno ha proposto di mettere ad interim in attesa di una decisione netta.

Il fatto è che la nomina è ritenuta importante perché la Forza armata di mare ha un'importanza strategica per il controllo dei flussi nel Canale di Sicilia e in tutto il Mediterraneo.

La Marina militare è fiore all'occhiello della Difesa e un ammiraglio che prenda le giuste decisioni è fondamentale per la prosecuzione di un ottimo lavoro dei marinai e per sponsorizzare i sistemi di difesa sulle navi portati avanti dall'industria italiana.

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